L’allattamento materno sembra proteggere i bambini dai disturbi più disparati: rafforza il sistema immunitario riducendo il rischio che sviluppi asma e allergie, concilia il sonno, consolida sin dalle prime ore dopo il parto il rapporto tra madre e bambino. Ma non finisce qui. Secondo un nuovo studio, infatti, lo protegge anche dal rischio che in futuro sviluppi il disturbo da deficit di attenzione e iperattività, noto anche con l’acronimo ADHD.
ADHD
Pesce in gravidanza e contaminazione da mercurio, i neonati nascono già a rischio
Nel 2008 200mila bambini in Italia sono venuti al mondo dopo essere stati esposti a livelli troppo elevati di mercurio durante la gravidanza. Il dato è frutto di uno studio europeo pubblicato sulla rivista Environmental Health e condotto da un team internazionale di ricercatori in base all’analisi del contenuto di mercurio nei capelli di madri e neonati provenienti da diciassette Paesi dell’unione Europea.
Pesce in gravidanza, mercurio e rischio Adhd
Come sappiamo bene già da diversi anni il pesce è a grande rischio di contaminazione da mercurio, inquinante del quale i nostri mari sono pieni. Per questo motivo, già da diverso tempo viene sconsigliato il consumo di prodotti ittici di qualunque tipo alle donne in gravidanza, tanto più che in più di un’occasione gli studiosi hanno associato il metilmercurio all’insorgenza nei bambini della sindrome da iperattività e deficit dell’attenzione. Tuttavia, gli esperti sono soliti raccomandare durante l’attesa il consumo di acidi grassi omega 3, nutrienti contenuti proprio in alcuni tipi di pesce che avrebbero invece un effetto benefico sullo sviluppo cerebrale del feto. Un arcano per le future madri sempre più stritolate da divieti e indicazioni alimentari contrastanti.
ADHD, online il nuovo sito per conoscere e curare il disturbo
Il bambino è troppo vivace? Quante volte vi è venuto questo dubbio? Sono tanti i genitori spaventati che l’allegria e l’esuberanza del proprio piccolo possano essere il sintomo di un disturbo, come l’ADHD – Deficit di Attenzione e Iperattività. Allora prima di preoccuparsi troppo, partiamo dal presupposto che l’argento vivo è una caratteristica tipica dei bimbi, soprattutto dei maschietti (ma anche le femminucce non scherzano) e nel dubbio ci si può tranquillamente rivolgere a degli esperti.
Bambini iperattivi, gli psicofarmaci non sono sempre la risposta al problema
Si parla spesso di bambini iperattivi e ogni tanto si confondono l’allegria e l’esuberanza con la malattia. Non vorrei banalizzare la questione, ma questo commento è solo un modo per introdurre un grave problema: la somministrazione di farmaci (e di psicofarmaci) ai piccoli quando non ce n’è veramente bisogno. E soprattutto quando un approccio pedagogico potrebbe dare risultati migliori.
Deficit d’attenzione e iperattività, un disturbo in aumento?
Il deficit di attenzione e iperattività, noto anche con l’acronimo AdHd, è in aumento. Almeno negli Stati Uniti d’America. A lanciare l’allarme è il Center for Disease Control and Prevention (l’istituto superiore di sanità statunitense) che ha registrato, in patria, un incremento dei casi pari al 30 per cento in un decennio.
Infatti, mentre nel 1998 i bambini americani iperattivi erano poco meno del 7 per cento, nel 2008 la percentuale è salita al 9%. Gli studiosi non sanno spiegarsi il perchè del fenomeno ma ammettono che l’aumento dei casi di AdHd potrebbe dipendere, più che da un aumento dell’incidenza del disturbo, dalla maggiore facilità di giungere a una diagnosi e di accesso alle cure da parte delle famiglie.
Il consumo di pesce in gravidanza aiuta lo sviluppo del feto
Un premio promesso ai piccoli iperattivi può sostituire i farmaci
Abbiamo già trattato qui su Tuttomamma il tema dell’iperattività nei bambini, una sindrome che divide la comunità scientifica, alcuni sostengono che in realtà la malattia non esista e che sia solo una macchinazione della case farmaceutiche per spingere determinati medicinali altri invece ritengono che la ADHD sia una patologia vera e propria che necessita di una cura e di terapia psicologica.
E visto che oggi ho trovato questa nuova notizia sull’iperattività ho pensato di condividerla con voi. Da una ricerca della Nottingham University è emerso che dei premi dati al bambino in caso di comportamento positivo abbiano lo stesso effetto di un farmaco, l’importante è che il riconoscimento venga dato immediatamente in modo che il bimbo associ il regalo alla buona condotta.