La tachicardia in gravidanza, è una condizione fisiologica comune: i battiti del cuore materno, tendono ad aumentare per migliorare il volume e l’afflusso di sangue al feto, che cresce e si sviluppa. Questa condizione dunque, non va considerata come indicativa di una problematica, in particolare se si manifesta nella seconda fase della gestazione. La tachicardia però, può anche accompagnarsi ad una serie di altri sintomi, quali, ansia, febbre, sudorazione eccessiva, disidratazione, o anche difficoltà di respirazione, sudorazione eccessiva, ritmo sinusale alterato, svenimento.
La tachicardia sinusale, è molto comune nelle donne in stato interessante: essa si manifesta con l’accelerazione ei battiti cardiaci, anche se le condizioni del cuore, si presentano assolutamente regolari. Generalmente essa si manifesta sia nella prima che nella seconda fase della gravidanza, anche se, nei primi mesi, è più controllata e leggera, mentre nella parte finale della gravidanza, può manifestarsi con maggiore forza, perché in quella fase, il bambino, necessita di ossigeno e nutrienti per completare il suo sviluppo.
La tachicardia in gravidanza, comporta una serie di altre conseguenze, che (generalmente) non sono particolarmente preoccupanti, in quanto, costituiscono una sorta di adattamento del corpo alla condizione della gravidanza stessa, come: aumento della gittata sistolica, maggiore consumo di ossigeno e aumento del volume ematico. Queste condizioni, sono particolarmente frequenti intorno alla trentesima settimana di gravidanza.
La tachicardia in gravidanza, è comunque associata ad una serie di altre condizioni patologiche quali, l’anemia sideropenica, ovvero la carenza di ferro: l’organismo diventa carente di emoglobina e necessita di una portata di ossigeno maggiore; per questo, il cuore è costretto a pompare più sangue per favorire la circolazione. Anche una disfunzione della tiroide può causare un aumento dei battiti del cuore. Altre condizioni, legate strettamente alla tachicardia in gravidanza sono: l’ansia, sudorazione eccessiva, squilibrio elettrolitico, obesità, assunzione di specifici farmaci, asma, assunzione di sostanze nervine contenenti eccitanti.
Per identificare la tachicardia, la gestante dovrà sottoporsi ad un controllo medico, con specifica auscultazione che sarà seguita poi dalle analisi del sangue e da un ECG. Una volta stabilita la natura della tachicardia, bisognerà poi procedere con la diagnosi e con la terapia adeguata, se questa si manifesta in modo invalidante. Generalmente la tachicardia, può diventare preoccupante solo se altera le funzioni cardiache in modo importante, ma in caso contrario può essere gestita tenendo sotto controllo lo stress e l’ansia, assumendo frutta e verdura fresche, evitando bevande nervine, il fumo, l’alcool e facendo sport, conducendo una vita salutare.