Diciamolo subito: il problema della quantità di cibo che un bambino mangia/dovrebbe mangiare fa parte di tutto quell’insieme di ansie e aspettative che noi mamme siamo bravissime a crearci.
Durante l’allattamento al seno il metodo della cosiddetta doppia pesata (pesare il bambino prima e dopo la poppata, per controllare quanto latte ha preso) viene ormai sconsigliato praticamente da tutti, anche se alcune mamme più apprensive delle altre ancora cercano rassicurazioni nella bilancia di precisione che tengono accanto al fasciatoio. Con il biberon, ovviamente, il problema non si pone, visto che la quantità di latte assunta sarà evidente.
Il principio che il bambino è perfettamente in grado di autoregolarsi – parliamo ovviamente di bambini nati a termine e in condizioni di buona salute – vale durante l’allattamento ma continua ad essere assolutamente valido anche dopo.
Tutte le mamme che hanno seguito uno svezzamento tradizionale, avranno probabilmente ricevuto dal proprio pediatra delle indicazioni ben precise a proposito delle quantità di cibo da preparare al bambino ad ogni pasto. Lo schema classico prevede, in genere, 200/250 ml di brodo vegetale (a cui aggiungere in seguito qualche cucchiaio di verdure passate), mezzo omogeneizzato di carne (poi uno intero, equivalente a circa 40 grammi di carne fresca), 20/30 grammi di farine (poi pastina). Attenzione: questo è quanto consigliano di proporre ad un ipotetico “bambino medio”, ma non è detto che sia la quantità giusta per il vostro.
Man mano che il bambino cresce, le porzioni verranno aumentate, la dieta si fa più variata e si abbandona progressivamente il piatto unico per un’alimentazione “da grandi”, composta da primo, secondo e contorno, senza dimenticare la frutta.
A questo punto, specie se si vuol cucinare lo stesso pasto a tutta la famiglia (scelta decisamente consigliabile), pesare gli alimenti destinati al bambino diventerà complicato: come regolarsi allora? Il problema è in realtà un non-problema. Sarà proprio nostro figlio a guidarci in questo senso: presentiamogli una porzione che ci sembra adeguata alla sua età, e stiamo a guardare. Se ne lascia metà nel piatto, e così anche le volte successive, probabilmente abbiamo esagerato; se, al contrario, la finisce tutta e ne chiede dell’altra, la prossima volta potremo proporgli un piatto più abbondante.
Un consiglio molto saggio è quello di partire sempre con porzioni piccole (a maggior ragione per i bambini inappetenti): il piattone stracolmo scoraggia i bambini, specie quelli che sono generalmente di poco appetito, e il fatto che sistematicamente venga lasciata una grande quantità di cibo nel piatto è frustrante per le mamme (oltre che uno spreco!). Se il bambino ne vorrà ancora, saprà farvelo capire, non abbiate paura: i bambini non si lasciano morire di fame!
Infine, ricordate sempre di evitare qualsiasi forzatura: costringere il bambino a “finire quello che c’è nel piatto”, non lo aiuterà a stabilire un rapporto sano e piacevole con il cibo, tutt’altro. Il bambino deve mangiare perché ha fame, non perché gli avete promesso un premio o, peggio ancora, perché lo minacciate con una punizione!
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