In Inghilterra li hanno definiti sumo babies. Sono i bambini che alla nascita pesano già oltre cinque chili. Il loro numero, nella algida Inghilterrra in cui il peso medio alla nascita non raggiunge neppure i tre chili, sia per i maschi che le femmine, è aumentato addirittura del 50 per cento in quattro anni e c’è già un certo allarme tra gli esperti. Si perchè, aldilà della tenerezza che immancabilmente suscitano, questi bimbi, che raggiungono anche i sette chili, sono esposti a gravi rischi sin dal momento della nascita e lo stesso vale per la loro madre; e non c’è calo fisiologico che tenga. Non è infrequente infatti che neonati sopra la media incontrino difficoltà al parto rendendo necessario il ricorso a un cesareo altrimenti evitabile, spesso prima del termine, per evitare che aumentino ancora di peso e di dimensioni (fattori che rendono proibitivo il loro passaggio attraverso la vagina).
I bambini stessi poi rischiano la cosiddetta distocia della spalla, un evento che ostacola la fuoriuscita del bambino dal grembo materno e che richiede talvolta, per limitare il rischio di un’eventuale mancanza di ossigeno, il ricorso a complesse manovre anche a carico della clavicola del bambino.
Sempre in agguato, per sumo babies, il rischio di diventare bambini obesi con la conseguente maggiore probabilità di sviluppare patologie cardiovascolari da adulti, dal momento che, è bene ricordarlo, la lotta all’obesità è, prima di tutto, una lotta per la tutela della salute dei nostri figli.
La causa del fenomeno è ascrivibile, come afferma Tam Fry del National Obesity Forum, al dilagare di obesità e sovrappeso fra le future madri (e padri, aggiungerei). Deve far senz’altro riflettere, aldilà di considerazioni superficiali su fattori estetici, che di recente in Inghilterra è nata, da genitori entrambi obesi, una bimba di sette chili di peso.
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