Succhi di frutta ai bambini? Sì, ma con estrema moderazione: meglio non esagerare con prodotti che, nonostante le apparenze, non sono esattamente ricchi di frutta, ma contengono soprattutto zuccheri.
D0’altra parte le indicazioni della dell’Organizzazione mondiale della sanità sono chiare andando a suggerire un consumo di zuccheri semplici non superiore al 10% del fabbisogno calorico giornaliero: il consumo quotidiano di zuccheri semplici in effetti non dovrebbe essere superiore al 10% del fabbisogno calorico giornaliero. E i succhi di frutta? Meglio allora consumarli con moderazione, ma soprattutto non a colazione o a merenda e non prima del compimento del primo anno di età proprio perché sono troppo ricchi di zucchero.
I consigli arrivano in seguito a uno studio condotto dai ricercatori della Princeton University, pubblicato sulla rivista medica Cell Metabolims mettendo in evidenza gli effetti sul metabolismo del fruttosio, in pratica lo zucchero: lo studio conferma che il fruttosio non viene lavorato dal fegato, ma in realtà dall’intestino tenue che non riesce però a metabolizzarlo bene a digiuno, in pratica a colazione, o a metà pomeriggio.
Ben diverso il comportamento del fruttosio contenuto nella frutta vera rispetto ai succhi di frutta.
Se la frutta viene assunta in quantità modeste, l’intestino è in grado di “lavorare” al meglio il fruttosio presente e senza che raggiunga il fegato. Il fruttosio non assorbito nell’intestino tenue passa poi al colon, dove viene in contatto con il microbioma, la flora batterica che però non è esattamente programmata per poter elaborare gli zuccheri. Insomma le conclusioni sono state abbastanza chiare: meglio allora consumare gli zuccheri dopo i pasti, soprattutto se fruttosio, ma ovviamente sempre meglio se in quantità ridotte.
PROGETTO FRUTTA E VERDURA NELLE SCUOLE
PHOTO CREDITAS | THINKSTOCK