Ieri Micol vi ha parlato dell’ambliopia o sindrome dell’occhio pigro nei bambini; oggi grazie anche ad un interessante articolo contenuto nell’ultimo numero di Viversani & Belli vi parlo di un altro disturbo agli occhi molto diffuso tra i più piccoli, lo strabismo. Partiamo dalla definizione.
Che cosa è lo strabismo?
Lo strabismo è una deviazione di uno o entrambi gli occhi rispetto al punto di fissazione (gli assi visivi non sono, quindi, diretti verso lo stesso punto dello spazio) e viene distinto a seconda della direzione di tale deviazione: strabismo con-vergente (l’occhio è deviato verso l’interno), strabismo divergente (l’occhio è deviato verso l’esterno) e strabismo verticale (l’occhio è deviato verso l’alto o il basso) – Fonte: oftal.it
Poiché viene usato un solo occhio, l’altro finisce per “impigrirsi” arrivando anche a causare causando l’ambliopia. Lo strabismo può essere congenito (manifestandosi cioè sin dalla nascita) oppure manifestarsi più tardi. A seconda della casusa, dell’età in cui si manifesta e della posizione degli occhi si possono distinguere diverse forma di disturbo. Quella più diffusa è lo strabismo convergente.
Lo strabismo convergente congenito è la forma più difficile da curare perché spesso necessita di un intervento chirurgico. Tuttavia prima di intervenire chirurgicamente (intervento da eseguire solitamente entro i primi 3 anni di vita del bambino) ci sono diverse possibilità di cura:
- La benda: l’occhio sano viene bendato per far sì che l’altro lavori di più e per stimolare le sue capacità visive.
- I colliri: si possono instillare nell’occhio sano delle gocce di atropina. Con questa sostanza il piccolo non sarà in grado di mettere a fuoco le immagini, costringendo quindi l’altro occhio a lavorare
- La tossina botulinica
Moltissimi neonati nascono con problemi di “occhi storti”: ma in questi casi non si può parlare di strabismo nel vero senso della parola. La deviazione degli occhi può infatti essere dovuta al fatto che i piccoli ancora non riescono a mettere a fuoco gli oggetti. Questo tipo di anomalia tende generalmente a scomparire dopo i primi 60 giorni; se l’anomalia dovesse però protrarsi nel tempo è il caso di portare il piccolo da uno specialista.
Nel caso in cui lo strabismo dovesse manifestarsi intorno ai 2-3 anni o più si parla di strabismo tardivo.
Informazioni tratte da Viversani & Belli n.9 – 26 febbraio 2010
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