Prende il via lunedì il Congresso Nazionale della SIN Società Italiana di Neonatologia e si parlerà di sorveglianza sul primo mese di vita del neonato. È un tema molto caro alle mamme e forse rappresenta lo step più faticoso per tutte le fatiche che si formano: capire il proprio bambino, strutturare una routine e soprattutto cercare di collaborare tra genitori e medici al fine di monitorare correttamente il piccolo.
I temi saranno numerosi, come l’evento parto nel terzo millennio, che si sta tentando di andare verso a una fisiologia del parto per lasciarsi alle spalle anni di medicalizzazione, il neonato da gravidanza complicata, il rooming-in, il neonato tra normalità e imprevisti dalla nascita alla dimissione, il futuro degli screening neonatali, il neonato a rischio ematologico, chirurgico, infettivo e neurologico. Tutti argomenti che devono essere approfonditi dal personale ma che dovrebbero affrontati anche duranti i corsi si accompagnamento alla nascita.
Per la SIN la sfida del futuro si chiama prevenzione, da quelle che sono le malattie più comuni e diffuse, come le cardiopatie congenite, le encefalopatie, la sepsi e l’ittero. In Italia nascono oltre 500.000 neonati all’anno e grazie ai grandi progressi della neonatologia la mortalità neonatale è a livelli minimi, tra le migliori in Europa, 2,72 per 1000 nati (Rapporto Cedap – Ministero della Salute 2013). Costantino Romagnoli, presidente della società, ha dichiarato:
La sorveglianza dello stato di salute del nuovo nato va sistematicamente attuata con controlli ravvicinati per tutto il primo mese di vita. È un processo che coinvolge il neonatologo e il pediatria di famiglia e di cui vanno, attraverso idonee raccomandazioni, fissate le modalità e la tempistica.
Sarà anche più facile per la mamma seguire le indicazioni dei medici se tutto è perfettamente schedulato perché, ovviamente, solo un’ appropriata gestione ospedaliera consentirà di definire il neonato “normale” e quindi sano.
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