Nel 90-95% dei casi la sordità infantile insorge già nel grembo materno o al momento della nascita, è cioè congenita; la cause sono in genere ereditarie, infettive, tossiche o traumatiche ed ogni anno in Italia circa 2000 bambini nascono affetti da sordità, o ipoacusia, grave. Purtroppo però solo nella metà dei casi la diagnosi avviene entro il primo anno di vita e questo ha gravi ripercussioni sullo sviluppo linguistico e cognitivo del bambino anche nei casi in cui il deficit uditivo è di grado medio o lieve.
L’udito infatti è il canale principale non solo per la comprensione ma anche per lo sviluppo del linguaggio e se non si interviene tempestivamente il bambino privo di questi fondamentali strumenti potrà andare incontro ad uno scarso rendimento scolastico e a disagi di natura pischica legati alla scarsa stima di sè, solo per citare alcune delle problematiche legate alla sordità infantile.
Da qui la necessità di una diagnosi precoce, che sia cioè effettuata entro i sei-otto mesi di vita, e di interventi terapeutici tempestivi. Dopo aver confermato al presenza e il grado di ipoacusia e aver individuato la sede della lesione i primi interventi consistono nel mettere il bambino nelle condizioni di poter sentire i suoni provenienti dall’ambiente.
Fatte le opportune valutazioni, si può ricorrere alle protesi acustiche di nuova generazione o all’impianto cocleare, un organo di senso artificiale che però è indicato solo in alcuni casi, ad esempio quando il piccolo è affetto da sordità profonda o totale e la sordità non si accompagna ad altri deficit, ad esempio cognitivi.
In ogni caso la rieducazione, il programma riabilitativo, in caso di impianto cocleare vede il coinvolgimento di tutta la famiglia che diventa parte attiva del programma di recupero. Quando invece il piccolo è affetto da sordità monolaterale, cioè non sente da un solo orecchio, in genere non si ricorre all a protesi ma il piccolo viene sottoposto a controlli periodici.
In molti ospedali viene ormai efftuuato di routine lo screening uditivo neonatale ma se il bambino non vi è stato sottoposto è opportuno fare attenzione ad alcuni segnali. Verso i tre mesi, ad esempio, se richiamato dalla madre dovrebbe girarsi, mentre verso i sei mesi un forte rumore dovrebbe distrarlo dall’attività che sta compiendo in quel momento.
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