Il singhiozzo, comunemente ritenuto un inutile fastidio, potrebbe avere una sua specifica funzione. Questo riguarda soprattutto i bambini nei quali, d’altra parte, si verifica con maggiore frequenza che negli adulti. E’ proprio in base a questa osservazione e all’insorgenza del singhiozzo nel feto, già a partire dall’ottava settimana di gravidanza, che alcuni ricercatori hanno ipotizzato che questo potrebbe avere, o potrebbe avere avuto, una specifica funzione nel corso dell’evoluzione della specie e per la sopravvivenza dell’uomo.
Secondo alcuni ricercatori il singhiozzo potrebbe rappresentare una sorta di esercizio di preparazione all’atto respiratorio; questo spiegherebbe la sua insorgenza nel feto e nei neonati prematuri ma non tutti sono d’accordo. Altri studiosi ritengono infatti che il singhiozzo rappresenti una sorta di comportamento vestigiale, un residuo di una fase evolutiva in cui l’uomo aveva le branchie, delle quali questo fenomeno, per noi inspiegabile e curioso, rappresentava un ottimo sistema di ventilazione che si sarebbe poi mantenuto, per cause ancora sconosciute, anche dopo che l’essere umano ha sviluppato o polmoni.
Ma non mancano ipotesi più interessanti per noi mamme che spiegano la frequenza del singhiozzo tra i bambini: secondo lo studioso canadese Daniel Howes, questo infatti serve ad espellere aria dallo stomaco in maniera del tutto automatica in modo da creare al suo interno spazio per l’ingestione di un maggiore quantitativo di latte da cui i lattanti dipendono.
Il singhiozzo del neonato quindi sarebbe del tutto funzionale e non andrebbe, per così dire, ostacolato con i classici rimedi per farlo cessare, com il dare somministrare dell’acqua a piccoli sorsi con l’aiuto di un cucchiaino. Si tratterebbe infatti di un meccanismo del tutto naturale per far spazio nel pancino ma anche se così non fosse, resta comunque del tutto innocuo per il bambino anche quando si verifica nei primissimi giorni di vita.
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