L’estate sta finendo ed è ormai cominciato il mese di settembre, il nono dell’anno, che segna anche il ritorno dietro i banchi di scuola per bambini e ragazzi.
Le giornate si accorciano e magari non manca un po’ di malinconia per la fine della bella stagione, ma anche settembre è un mese tutto da vivere come insegnano le tre poesie proposte, La scuola di Renzo Pezzani, Settembre di Attilio Bertolucci, Settembre a Venezia di Vincenzo Cardarelli
La scuola
di Renzo Pezzani
Chi mai l’ha costruita, un po’ appartata
dall’altre case, come una chiesuola,
e poi che l’ebbe tutta intonacata
le ha scritto in fronte la parola -Scuola -?
E chi le ha messo al collo per monile
una campana senza campanile?
Chi disegnò per lei quei due giardini
con pochi fiori e giovani alberelli
difesi dall’insulto dei monelli
da fascetti di brocche irte di spini?
Chi seminò con tanto amor le zolle?
Per qual bambino costruir la valle?
Non per un bimbo, ma per quanti sono
nel mondo, suona quella campanella;
e la scuola ti sembra casi bella,
e quell’aiuola un rifiorente dono,
perché col giardiniere e il muratore,
vi mise ogni di mano anche l’amore.
Settembre di Attilio Bertolucci
Chiaro cielo di settembre
illuminato e paziente
sugli alberi frondosi
sulle tegole rosse
fresca erba
su cui volano farfalle
come i pensieri d’amore
nei tuoi occhi
giorno che scorri
senza nostalgie
canoro giorno di settembre
che ti specchi nel mio calmo cuore.
Settembre a Venezia di Vincenzo Cardarelli
Già di settembre imbrunano
a Venezia i crepuscoli precoci
e di gramaglie vestono le pietre.
Dardeggia il sole l’ultimo suo raggio
sugli ori dei mosaici ed accende
fuochi di paglia, effimera bellezza.
E cheta, dietro le Procuratìe,
sorge intanto la luna.
Luci festive ed argentate ridono,
van discorrendo trepide e lontane
nell’aria fredda e bruna.
Io le guardo ammaliato.
Forse più tardi mi ricorderò
di queste grandi sere
che son leste a venire,
e più belle, più vive le lor luci,
che ora un po’ mi disperano
(sempre da me così fuori e distanti!)
torneranno a brillare
nella mia fantasia.
E sarà vera e calma
felicità la mia.