L’istruzione è la base portante di un Paese. Le scuole sono i luoghi in cui si formano i cittadini e la classe dirigenziale di domani. Non è quindi una banalità dire che è un po’ come uno specchio che ci proietta nel futuro. Purtroppo, questo specchio per anni ha vissuto di luce riflessa e oggi sembra essersi incrinato. Insomma, l’immagine che ci regala non è per nulla convincente. A dimostrarlo è il rapporto Bes (Benessere equo e sostenibile).
Secondo l’analisi di questo studio la scuola più efficiente è quella di Trento, mentre quella di livello più basso si trova in Sicilia, mentre se si guarda solo alla partecipazione alla scuola dell’infanzia troviamo al top la Valle d’Aosta e come fanalino di coda il Lazio. Questa classifica è stata elaborata da Reppublica.it che ha sfruttato gli indicatori dell’Istat, realizzando davvero una fotografica interessante dell’Italia.
Imbarazzante anche il dato sui Neet, che sono i giovani che non lavorano e non studiano. In Sicilia rappresentano quasi il 36 percento, mentre in Campania poco più del 35 percento. Se si guarda al Trentino Alto Adige, invece, abbiamo un 9 percento a Bolzano mentre un 13 percento a Trento. Grave anche il paragone dei giovani laureati tra i 30 e i 34 anni: a Trento sono quasi il 27 percento mentre in Campania sono poco più del 14.
Tocchiamo poi un altro tasto dolente: l’abbondono scolastico. In Sardegna il tasso di diplomi di terza media (come titolo massimo di studio) è del 25 percento tra i 18 e i 24 anni, mentre Trento ha sempre numeri eccellenti anche in questo campo. Chiaramente il rapporto Bes dimostra che la nostra bella Penisola sta perdendo colpi e soprattutto viaggia a due velocità diverse. Una condizione, questa, che non è più ammissibile, soprattutto se l’obiettivo è formare i nostri bambini per garantirgli un futuro dignitoso e possibilmente felice.
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