Lo sciopero a sostegno dei diplomati magistrali: la mobilitazione in tutta Italia
Il rientro dietro i banchi di scuola per molto bambini rischia di allungarsi di un altro giorno che è stato confermato lo sciopero nazionale dei docenti indetto per la giornata di lunedì 8 gennaio.
A scioperare saranno gli insegnanti nelle scuole dell’infanzia e nelle scuole primarie come annunciato lo scorso 3 dicembre da Cobas, Anief e altre 8 sigle.
Non si conosce ancora con esattezza il numero degli insegnanti che aderiranno allo sciopero, ma l’incontro che si è tenuto pochi giorni fa fra i sindacati e i rappresentanti del governo non è stato risolutivo. I sindacati hanno invitati i docenti alla mobilitazione nazionale per protestare contro sentenza del Consiglio di Stato che in pratica ha dichiarato che il diploma magistrale non sia un titolo abilitante per accedere alla professione dichiarando invece come necessari laurea e la scuola di specializzazione.
A rischio in pratica ci sarebbero circa 50 mila maestre di materna e di primaria, come confermato dai dati del Corriere della Sera, maestre che sono entrate nelle graduatorie ad esaurimento, che insegnano e che potrebbero anche essere cancellate dalle graduatorie.
In una recente intervista su quotidiano.net, la Ministra Fedeli aveva invitato a “leggere bene la sentenza del Consiglio di Stato” poiché “la decisione non ha effetti immediati sulle situazioni soggettive dei diplomati magistrali. Il Consiglio di Stato è intervenuto per assicurare che i giudici interpretino la normativa in modo uniforme visto che in passato ci sono state sentenze con orientamenti differenti”.
Insomma stando così le cose il mantenimento sugli attuali posti delle insegnanti in servizio potrebbe essere assicurato, ma ognuna dovrà aspettare il giudizio di merito per il ricorso intrapreso, ma è anche capire se la sentenza sia retroattiva o meno.
RIENTRO A SCUOLA DOPO LE VACANZE
Intanto lo sciopero viene confermato anche in vista della mancanza dell’adeguamento all’inflazione come sottolineato dall’Anief in una nota spiegando che i “famosi 85 euro di aumento, da inglobare nel rinnovo del contratto, purtroppo non riguarderanno tutti i dipendenti”.
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