L’argomento è quanto mai controverso, la sculacciata: darla o no? Serve o meno? Insegna o è fine a se stessa? La sculacciata come metodo educativo è, mai come in questi giorni al centro dell’attenzione. La Francia ha rifiutato di vietarla per legge. Secondo quanto pubblicato sul quotidiano Liberation in risposta ad un esposto da parte di una Ong britannica, il ministro degli Esteri ha affermato che non intende vietare la sculacciata ai bambini come metodo educativo sottolineando come l’attuale e vigente legislazione relativa alle violenze sui minori sia sufficiente.
Non la pensano così invece gli esponenti di diversi partiti i quali, insieme ad alcune rappresentanze tra medici ed esperti, si battono da mesi nel tentativo di sensibilizzare la pubblica opinione contro le punizioni corporali, tra le quali appunto ceffoni e sculacciate. In particolare la richiesta proveniente da alcuni esponenti politici del partito socialista, verdi, centristi e del Front de Gauche prevede una “legge che vieti ogni forma di punizione corporale in conformità con la convenzione dei diritti del bambino firmata nel 1990″. La Francia, dal canto suo, non intende adottare allo stato dei fatti, una legge specifica che ne vieti il ricorso. Ciò su cui ci si dovrebbe interrogare, dunque, è la sottile differenza esistente tra rimprovero e maltrattamento.
Resta il fatto che intere generazioni siano cresciute a suon di sculacciate venendo su serene e non riportando alcun trauma infantile. Per alcuni sono anche considerate normali, non hanno mai fatto male a nessuno, anche se c’è da chiedersi se abbiano effettivamente sortito l’effetto voluto, ossia, insegnare al bambino dove e come abbia sbagliato e a non ripetere più l’errore. C’è chi invece è fermamente convinto che non servano, che sia preferibile il dialogo con i propri figli, mezzo sicuramente più efficace per educarli. E voi, cosa ne pensate: siete favorevoli o contrari? E perchè?
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