Scrivere a mano, i bambini dovrebbero continuare a farlo

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L’era di internet è ed è stata costellata da una serie infinita di vantaggi e passi avanti sotto diversi punti di vista ed in diversi ambiti della vita. Tra gli effetti collaterali di computer, tablet e telefonini c’è certamente la perdita, da parte delle nuove generarazioni, dell’esperienza della grafia e della conseguente familiarità con carta e penna. A questo proposito l’Accademia della Crusca, nel suo periodico divulgativo ha dato voce al parere di Guido Gainotti, professore di neurologia all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, il quale pone l’accento sull’importanza rivestita dalla scrittura a mano nei bambini.

Scrivere mano bambini dovrebbero continuare farlo

E’ indubbio che il passaggio tra la scrittura a penna a quella digitale sia risultata piuttosto vantaggiosa per gli adulti, che hanno avuto modo di beneficiarne gradualmente, tanto da prendere in considerazione la sostituzione nel bambino, dell’apprendimento della scrittura manuale con quella sulla tastiera. Ipotesi, questa, che non può non far discutere e riflettere allo stesso tempo.

Secondo il professor Gainotti, ci sarebbero almeno due ordini di motivi capaci di contrastare tale scelta; il primo di natura neurobiologica (che trova fondamento nello studio dei meccanismi neurali che si svilupperebbero meglio in presenza dell’apprendimento della scrittura manuale), il secondo di natura prettamente psicologica riguardante l’utilizzo materiale della tastiera al posto della comune penna durante l’infanzia.

L’apprendimento della scrittura manuale, nello specifico, favorirebbe il riconoscimento delle lettere dovuto alla loro ripetuta trascrizione sulla carta effettuata con movimenti lenti ed attenti nel tentativo di riprodurle fedelmente sul foglio. Non solo, la lentezza richiesta da una scrittura di tipo manuale sarebbe alla base dell’elaborazione di pensieri più profondi rispetto a quanto non accadrebbe con quella digitale.

Possiamo affermare, infine, come concedere al cervello infantile il tempo necessario per le riflessioni sia alla base dell’analisi di situazioni che richiedano una certa capacità di pensiero e di approfondimento e che quindi una scrittura più lenta permetta una più accurata elaborazione degli stessi.

 

Photo Credit | Thinkstock

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