La preeclampsia è una malattia delicata che può colpire madre e bambino durante la gravidanza. Si manifesta con l’aumento improvviso della pressione sanguigna associato ad una concentrazione anomala di proteine nelle urine. Si tratta di una patologia che può comparire a partire dalla ventesima settimana di gravidanza e va tenuta sotto controllo in quanto potrebbe causare conseguenze spiacevoli per mamma e feto. E’ proprio di questi giorni la notizia che vuole la scoperta della causa che la farebbe scaturire. Grazie al lavoro dei ricercatori dell’Università di Cattolica e del Policlinico “A. Gemelli” di Roma si sarebbe potuto constatare come alla base della preeclampsia ci sarebbe l‘infezione da Helicobacter, che come ben sappiamo sta alla base di ulcere e gastriti allo stomaco e al duodeno.
Nello specifico sarebbe stato dimostrato come degli anticorpi prodotti a seguito dell’infezione potrebbero provocare significativi danni alle cellule che danno origine alla placenta, la quale come conseguenza non si svilupperebbe più in maniera regolare. Ciò potrebbe comportare l’insorgenza della pre-eclampsia, che, come detto, potrebbe essere particolarmente pericolosa sia per la futura mamma che per il feto. In base alla ricerca, condotta tra gli altri da Francesco Franceschi, ricercatore dell‘Istituto di Medicina Interna e Geriatria dell’Università Cattolica e pubblicata sulla rivista Helicobacter, si sarebbe potuto dimostrare come tra le donne con pre-eclampsia ci sia un’associazione tra positività nei riguardi dell’infezione da Helicobacter pylori e alterazione del processo di sviluppo della placenta.
Grazie a quanto scoperto dunque si potrebbe intervenire tempestivamente sia nell’identificazione della malattia, sia nella diagnosi e nelle cure da riservare alla paziente. Da sottolineare il fatto che in Italia l’incidenza della preeclampsia sia piuttosto bassa, registrandosi in una percentuale pari all’1% e come invece negli Stati Uniti arrivi fino al 5%. Ciò anche in funzione del fatto che venga molto spesso associata all’obesità della futura madre unitamente alla sua resistenza all’insulina.
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