I bambini giocano per la gran parte del loro tempo. Il gioco, d’altra parte, è l’attività attraverso la quale i più piccoli esprimono se stessi, i propri bisogni, desideri, fantasie ma rappresenta anche il più semplice metodo di osservazione e conoscenza della realtà. Attraverso il gioco i bambini imparano, testano le conseguenza delle proprie azioni, scoprono le proprie capacità e i propri limiti. Le attività di gioco vanno quindi incoraggiate e per i più grandi, dai cinque anni in su può anche essere utile essere noi stessi a proporre giochi che siano anche utili ad accompagnare il bambino nel suo percorso di crescita.
Se il bambino però fino all’età di tre anni circa tende a giocare da solo, anche quando vicino a lui ci sono altri bambini, superata questa età comincia il gioco di gruppo che però viene vissuto liberamente. Solo a poco a poco si fa strada, verso i cinque-sei anni la comprensione e l’accettazione di regole condivise. Dobbiamo tenere conto di queste tappe dello sviluppo nello scegliere il gioco e nel “valutarne” l’andamento perchè il bambino viva questa momento nel modo più adeguato alla sua età.
Ma come scegliere i giochi e fare in modo che i bambini vi partecipino con gioia ed entusiasmo? Vediamo alcune semplici regole a cui attenersi:
Per prima cosa dobbiamo pensare a un gioco adatto non solo all’età dei bambini ma anche al luogo in cui ci troviamo e al tempo che abbiamo a disposizione. Siamo in casa o all’aperto? Abbiamo un intero pomeriggio o solo pochi minuti?
In secondo luogo, il gioco va presentato ai bambini in maniera accattivante in modo che siano invogliati a partecipare. Lo svolgimento e le regole devono essere spiegate loro in maniera chiara e semplice.
Se il gioco si svolge in gruppo, ad esempio ad una festa di compleanno, le squadre devono essere quanto più possibile omegenee per forza e per età. I più timidi quelli che tendono un po’ a sfuggire vanno incoraggiati, anche se con delicatezza e senza troppa insistenza.
Se è necessario interrompere il gioco questo fa fatto all’inizio e non quando ormai è entrato nel vivo.
Mai mortificare, neppure scherzosamente, i bambini che non superano la prova. Gli applausi dovranno esserci sia per chi vince che per chi perde.
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