È un truismo dire che imparare una lingua straniera da bambini è molto più semplice che da adulti. I bambini che per un motivo o per l’altro sono a contatto con più di un tipo di linguaggio, riescono ad apprenderlo in modo più veloce ed efficace. E’ questo il caso ad esempio del bilinguismo dei genitori, per cui, se la seconda lingua straniera è utilizzata in maniera frequente e disinvolta da entrambi durante lo sviluppo del linguaggio del bambino, quest’ultimo acquisirà una competenza vantaggiosa e utile, di cui andrà sicuramente fiero da grande.
Alcuni studiosi hanno affermato che anche imparare un dialetto oltre alla lingua madre può essere considerato un training per sviluppare più facilmente la capacità di parlare una lingua straniera e di cambiare agilmente dall’una all’altra.
Ma se questo è utile per una maggiore plasticità cerebrale, il dialetto non è certo, a meno di giustificate eccezioni, una lingua conveniente a livello lavorativo.
Quindi, siccome oggi conoscere una lingua straniera, almeno l’inglese, è necessario per inserirsi nel mondo del lavoro ed essere competitivi in qualsiasi attività, molti genitori, prendono in considerazione l’opzione della vacanza-studio o degli scambi culturali.
L’Agenzia Dire, che si occupa principalmente di fornire informazioni politico-parlamentari, ha condotto dei sondaggi in merito, concludendo che dal 2009 gli scambi culturali con l’estero sono aumentati in maniera esponenziale.
Questo genere di esperienze si rivela infatti essere molto proficua perché i ragazzi, oltre ad apprendere una lingua straniera, vengono messi in contatto con nuove culture, diverse realtà e con esperienze extra-familiari che li aiuteranno a diventare più tolleranti, più intraprendenti e più pronti ad affrontare problemi e situazioni impreviste.
Lo scambio culturale è possibile per bambini e ragazzi che vanno dagli 8 ai 18 anni e oggi sono le scuole per prime a proporle alle famiglie, vagliando tra le offerte migliori.
Esistono ormai affidabili centri linguistici internazionali dotati di insegnanti qualificati che accompagnano i ragazzi in vacanze studio all’estero.
Per i genitori più reticenti e più restii a lasciare il proprio figlio per troppo tempo lontano da casa invece esistono anche i centri estivi che accolgono sia bambini italiani che di altre nazionalità e sono dotati di attività sportive, ricreative e spettacolo-culturali.