Non si hanno moltissime notizie in merito a Sant’Anna, vissuta nel I secolo Avanti Cristo, ma per quel poco che si sa è molto venerata perchè madre della Vergine Maria. Per questo è considerata la patrona di molti lavori domestici tipici delle mamme, come lavandaie e ricamatrici, ma soprattutto protettrice delle partorienti. Chi si affida a Sant’Anna supplica fondamentalmente 3 cose: un parto felice, un figlio sano e latte sufficiente in grembo.
Ora, al di là se si è credenti o meno, è interessante notare come le 3 richieste alla Santa sono i fondamenti di vita di una società contadina che, almeno in Italia, 50 anni fa non aveva le prospettive di vita attuali. Bisogna infatti ricordare che nel XIX secolo il tasso di mortalità infantile era elevatissimo (300 su 1000) e quindi si può ben immaginare come l’invocazione a Sant’Anna era legata a una speranza di vita appesa a un filo molto sottile.
La seconda supplica riguarda il figlio sano. E’ quello che si augurano tutte le mamme. Di oggi come allora. Ma oggi anche un figlio con qualche problema di salute può vivere una vita dignitosa e una speranza di vita pari a quella di un suo qualunquissimo coetaneo. Invece in passato anche essere solo un pò più gracili poteva significare un rischio di morte maggiore.
E infine si chiede a Sant’Anna di avere latte a sufficienza. Come poteva nutrirsi un bambino senza latte materno? Allora si poteva ricorrere solo al latte di asina o di capra. Oggi abbiamo il latte artificiale iper-nutriente, allora ricorrere al latte di capra o di asina non era una valida alternativa ma un disperato rimedio. Anche l’assenza di latte negli anni che furono era considerata una cosa da scongiurare: Affidarsi alle preghiere a Sant’Anna era dunque una maniera per sperare di superare il grosso scoglio che rappresentava il primo anno di vita.
Sant’Anna si festeggia il 26 luglio.