Le punture degli insetti sono davvero fastidiose e i bambini in estate sono, purtroppo, le principali vittime. Ogni animaletto lascia un “ricordo” differente, per questo motivo, grazie alla collaborazione della Società Italiana di Infettivologia Pediatrica (SITIP), analizzeremo le principali punture, a partire da quella dell’ape e della vespa. Come si riconoscono e come si curano?
Api e vespe sono attratte dall’acqua e dal cibo. È molto facile in estate esserne punti, magari camminando scalzi sulla sabbia o sull’erba o nel tentativo di allontanare l’animaletto dal proprio gelato. La reazione sulla pelle è di un pomfo, arrossato e gonfio. Fa male e brucia, nei migliori dei casi. Molte persone sono allergiche al veleno dell’ape e rischiano reazioni più gravi (febbre, vertigine, gonfiore diffuso e choc anafilattico).
Il bambino deve essere immediatamente consolato, ma non spaventato. Il vostro obiettivo è quello di rimuovere il pungiglione dell’ape in tempi brevi (massimo due minuti). Evitate di usare una pizzetta e preferite una limetta, perché non bisogna rompere la vescichetta dal pungiglione, che è quella che contiene il veleno. Una volta fatto, mettete sulla zona interessata del ghiaccio (anestetizza ed è antinfiammatorio). Infine, spalmate una pomata a base di cortisone. È meglio comunque chiedere sempre un consiglio medico al pediatra o al farmacista di turno.
La reazione alla puntura di ape e vespa è pressoché la medesima, la differenza tra i due insetti sta nel fatto che la vespa può pungere più volte, con lo stesso pungiglione iniettando veleno. Anche in questo caso è molto importante non farsi prendere dal panico e non mostrarsi spaventati al bambino. Lavate accuratamente le ferite (o la ferita) con acqua e sapone e poi fate degli impacchi di acqua fredda e spalmate una pomatina al cortisone. Se le punture sono diverse, la cosa migliore è fare impacco a base di acqua e bicarbonato. Noterete subito la reazione: se non succede nulla, procedete come abbiamo appena spiegato, se il gonfiore tende ad aumentare portate subito il piccolo al pronto soccorso.
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