Quante volte abbiamo parlato di origami? Oggi vi racconteremo la leggenda delle mille gru e della piccola Sadako Sasaki, una bambina che è diventata simbolo della pace del mondo. E non è un caso che oggi è il 66° anniversario della prima bomba atomica sganciata du Hiroshima, la città giapponese che nella fine della Seconda Guerra Mondiale fu spazzata via in quei pochi attimi in cui Little Boy (questo il nome della bomba) fu sganciata.
Nell’esplosione 70 – 80 mila persone morirono sul colpo dilaniate dalle radiazioni e dal calore e almeno il doppio, forse il triplo, morirono nelle ore e negli anni successivi in conseguenza della contaminazione. Sadako Sasaki fu tra i pochi che sopravvissero. Aveva solo due anni. Crebbe forte e atletica ma un giorno, all’età di 11 anni, cadde a terra e fu ricoverata all’ospedale della Croce Rossa di Hiroshima dove le fu diagnosticato una leucemia: le radiazioni le avevano risparmiato 9 anni della sua vita ma le conseguenze avevano avuto solamente un periodo di lunga quiescenza.
Durante i giorni di ricovero, Chizuko Hamamoto, la migliore amica di Sadako, le raccontò la leggenda descritta nel libro Piegatura delle mille gru di Sembazuru Orikata, in cui si narra che chiunque avesse costruito mille gru di carta, sarebbe riuscito a esaudire i propri desideri.
Sadako, che era di animo forte e combattivo si mise subito all’opera. A questo punto della sua vicenda raccontano diverse cose: c’è chi dice che, prima di morire nelle stesso anno, Sadako si fermò a 644 origami e che furono gli amici a completare per lei la raccolta di gru. Altri sostengono che il numero su da tempo raggiunto.
Ma ciò che conta è che questa bambina si fece portatrice della pace nel mondo, come lei stessa scrisse in un haiku, un breve componimento giapponese composto da tre versi, di cinque, sette e ancora cinque sillabe:
Scriverò pace sulle tue ali
intorno al mondo volerai
perchè i bambini non muoiano più così
A Sadako Sasaki è dedicata una statua nel Parco della Pace di Hiroshima e ha ispirato il libro Il gran sole di Hiroshima di Karl Bruckner.