It’s a Boy! Hanno titolato i maggiori tabloid inglesi. E’ un maschio infatti l‘erede di William e Kate, il terzo in linea di successione al trono dopo il padre e il nonno Carlo. E’ nato dopo di giorni di attesa spasmodica più da parte della stampa e dei curiosi forse che da parte dei futuri genitori che ci auguriamo si siano accostati serenamente alla nascita del loro primogenito. Mamma e figlio stanno bene e William è al settimo cielo.
Detto questo, potremmo annoiarvi sciorinando un elenco infinito di dettagli futili, dalla stampa e i curiosi che per ore hanno stazionato davanti al St Mary’s Hospital di Londra, dove il piccolo ha visto la luce, all’annuncio ufficiale della nascita dato alla cittadinanza da un banditore in livrea con due buffi pennacchi in testa giunto davanti alla clinica stessa in elicottero, ma non lo faremo.
Non azzarderemo neppure ipotesi relative al nome del Royal Baby, sul quale in questo momento si scommette, nel senso letterale del termine, in tutto il mondo. Ci limiteremo piuttosto a fare a questo bimbo e ai suoi genitori i nostri auguri di vero cuore. Auguri di una vita quanto più possibile normale, serena e pulita che poi è quello che tutte le famiglie del mondo desiderano.
A questo bimbo auguriamo di essere consapevole del grande privilegio che la vita gli ha accordato e di farne buon uso, agendo saggiamente e generosamente guidato da tale consapevolezza e di avere forza abbastanza per non lasciare che la stampa e i media facciano di lui e della sua famiglia un fenomeno da baraccone da sbattere sulle prime pagine dei giornali per ogni minimo, insignificante, almeno per il resto del mondo, gesto o evento della sua vita.
Speriamo sinceramente che i suoi primi passi, le sue prime parole, il suo primo giorno di scuola restino un fatto privato, intimo e personale come è giusto che sia, che la sua mamma non finisca al centro dell’attenzione mediatica solo perchè lo accompagna a scuola o a giocare al parco e che i suoi giochi e le sue passeggiate non siano spiate da teleobiettivi celati dalla siepi.
Più semplicemente, gli auguriamo di vivere una vita felice, riscaldata dall’amore di mamma, papà e nonni. Una vita normale, insomma. E speriamo che lo chiamino George.
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