Secondo i risultati di uno studio condotto dagli scienziati del Kaiser Permanente Southern California Medical Group di Pasadena circa il 5% delle gravidanze si conclude con una rottura delle acque prematura e se le donne restano di nuovo incinte prima che siano trascorsi perlomeno 18 mesi si espongono ad ulteriori complicanze.
Non solo. Secondo dr. Darios Getahun che ha coordinato lo studio la rottura anticipata delle acque non solo potrebbe causare parto prematuro ma potrebbe anche esporre sia la madre che il piccolo al pericolo di infezioni. Quindi, sebbene ancora ad oggi non sia del tutto chiaro il motivo per cui le acque si rompano prima del previsto sembra invece essere chiaro che incorrere in una gravidanza pochi mesi dopo l’accaduto possa essere pericoloso.
Lo studio, condotto su 200 mila donne bianche e di colore ha messo anche in luce come le più esposte siano le donne di colore.
L’ipotesi più accreditata è che le complicazioni nelle successive gravidanze siano provocate da un’infiammazione. Quindi lasciare passare almeno 18 mesi per prima di cercare di restare nuovamente incinta è un tempo ritenuto sufficiente per ridurre il rischio. Secondo il dr. Getahun, questa si presenta come un’infiammazione cronica che può persistere da una gravidanza all’altra se non le si dà il tempo di recedere
Via| La Stampa
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