Per rooming-in si intende la possibilità di tenere in ospedale, all’interno della propria stanza, il bambino appena nato, in un lettino accanto alla mamma, senza i limiti d’orario che di solito vengono imposti durante la degenza ospedaliera post parto.
Questa possibilità si sta diffondendo in molti ospedali, alla luce dei numerosi studi che hanno dimostrato come il legame tra la mamma e il bambino sia favorito dal contatto prolungato nel periodo immediatamente successivo alla nascita; inoltre le mamme che possono stare più tempo a contatto con il neonato si sentono più rilassate e fiduciose delle loro capacità di accudirlo una volta rientrate a casa.
In pratica il rooming-in si inserisce in tutte quelle azioni che servono a rendere meno difficile il contatto tra madre e figlio Anche l’allattamento al seno sarà favorito con il rooming-in, perché apparirà ancora più facile e naturale; inoltre questa pratica aiuta il neonato ad affrontare il distacco dal grembo materno nel quale ha vissuto per 9 mesi.
Proprio per questo la società italiana di neonatologia si augura che in tutti gli ospedali venga consentito il rooming-in, pur senza rinunciare al nido, che in alcuni casi risulta più comodo, e in effetti, molte neo mamme preferiscono tenere con sé il piccolo durante il giorno e affidarlo al nido durante la notte.
Un’alternativa al classico nido nel quale le mamme non possono entrare è rappresentata dal nido aperto, nel quale i genitori possono accedere in qualsiasi momento, del resto, il rooming–in può rivelarsi troppo pesante per chi ha subito il taglio cesareo o per chi ha avuto un parto difficile, e quindi la mamma ha bisogno di riposare e di essere aiutata. Anche chi decide di partorire in casa avrà bisogno di assistenza per e di aiuto, a prescindere dal fatto che in questo caso il rooming-in sarà assicurato, in quanto a differenza dell’ospedale dovrà essere di nuovo efficiente.
Voi cosa ne pensate del rooming-in? Siete favorevoli o preferite usufruire del nido dell’ospedale?