Rete Udito per la diagnosi dell’ipoacusia neonatale

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Bambini con problemi di udito, che tardano a parlare perché non sono in grado di pronunciare le prime parole. È colpa dell’ipoacusia, una malattia di cui abbiamo recentemente parlato ed è causata da una lesione della coclea, l’organo chiave dell’ascolto. Purtroppo, solo in Italia, ogni anno nascono circa mille bambini con questo disturbo e un quarto proviene dalla Lombardia. Proprio questa regione però vanta un network modello per una diagnosi precoce e un intervento personalizzato e multidisciplinare.

Si chiama Rete Udito e offre, ormai dal 2005, in circa 20 punti nascita regionali uno screening neonatale, che permette di diagnosticare la malattia congenita. La Rete Udito identifica un primo raggruppamento di strutture ospedaliere pubbliche e private lombarde attive nel campo della patologia uditiva.

I dati sull’ipoacusia sono davvero gravi: sotto i 3 anni l’1% dei bambini a un deficit grave dell’udito, questo disturbo colpisce il 2% dei bambini tra 4 e 12 anni, il 4% della fascia 13-45 anni, il 10% dei 46-60enni, il 25% dei 61-80enni e addirittura la metà degli over 80.  Quello che fa la differenza, è la diagnosi precoce che si può ottenere grazie allo screening. Tiziana Rossetto, presidente della Fli,  ha dichiarato:

Lo screening prenatale e neonatale (compresa l’esecuzione delle otoemissioni acustiche effettuate in molti nidi ospedalieri) ha permesso di identificare e inviare a una diagnosi precoce molti bambini affetti da sordità alla nascita e di iniziare un tempestivo percorso educativo e riabilitativo. Naturalmente solo alla conferma di diagnosi di sordità, e in base alle caratteristiche del singolo caso, gli approfondimenti specialistici saranno fondamentali per scegliere i rimedi utili (uso della protesi o posizionamento dell’impianto cocleare) e per programmare l’intervento riabilitativo logopedico e il percorso educativo e scolastico più idoneo.

In Lombardia questo tipo di diagnosi è già inserita nel Piano socio-sanitario regionale 2002-2004, dove vengono indicate le linee di prevenzione primaria, secondaria e terziaria. Con primaria s’intende la possibilità di evitare le forme di sordità legate a ittero neonatale, ototossicità da farmaci e alcune malattie infettive. La prevenzione secondaria evita l’aggravamento del problema uditivo nelle otiti medie e nelle sordità da meningiti. Infine, la terziaria punta a evitare che la sordità diventi causa di disabilità e handicap comunicativi, soprattutto quelli cronici come il sordomutismo.

2 commenti su “Rete Udito per la diagnosi dell’ipoacusia neonatale”

  1. Buonasera,vorrei poter reclamizzare l’esistenza del Progetto Dioniso Della Regione Lazio ,screening neonatale universale attivo nella Asl RomaH e Policlinico umbertoI a Roma e Marino.E’ possibile avere un po’ di spazio?
    Grazie
    Carlo Diaferia
    Primario otorino Asl romaH
    0693273044
    0693271

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