Quando parlare di sessualità ai bambini?

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Se avete dei figli piccoli prima o poi capiterà anche a voi di sentirvi rivolgere la classica domanda: “ma io come sono nato”? Dopo l’iniziale ed inevitabile momento di imbarazzo misto alla più completa confusione su come affrontare il quesito posto così tanto innocentemente, arriva il momento di pensare a cosa e come rispondere. Ora, prima di ricorrere a storielle fantasiose e per nulla veritiere che vi condurranno in sentieri tortuosi dai quali difficilmente uscirete indenni, stabiliamo subito una cosa: gli esperti consigliano di essere sinceri.

Parlare di sessualità ai bambini

Questo non vuol dire che dobbiate spiegare necessariamente ai vostri figli nei minimi dettagli come avvenga la riproduzione, ma più semplicemente illustrare loro, in maniera consona alla loro età ed essendo quindi più o meno chiari, la dinamica degli atti sessuali. Ciò perchè, non rispondendo o cercando di sviare il discorso, i bambini che non abbiano viste soddisfatte le proprie curiosità andranno a cercare risposte altrove. Ricordate però di non lasciarvi andare troppo nei dettagli, che sarebbero superflui adesso: limitatevi a rispondere esclusivamente a quanto chiesto.

Così, se a porre la domanda sia un bimbo di 3-4 anni sarà sufficiente spiegarli quali siano gli organi genitali dei maschietti e delle femminucce, mentre alla domanda “da dove sono nato?” basterà chiarire che all’interno della pancia della mamma ci sia una sacca atta ad accogliere il bambino nei nove mesi precedenti la nascita. Successivamente si potrà iniziare ad introdurre delle argomentazioni più specifiche, come ad esempio il fatto che la natura abbia creato gli uomini e le donne quasi come due pezzi di un puzzle perfettamente combacianti e che da questa unione abbiano origine i bambini.

Per fortuna vengono in nostro soccorso i libri. In commercio ne esistono diversi riguardanti l’argomento e dotati di appositi disegni molto più esplicativi di qualsiasi spiegazione verbale. In linea generale vale dunque il principio secondo il quale sia bene rispondere nella maniera più onesta possibile ma sempre commisurata all’età del bimbo.

Photo Credit | Thinkstock

 

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