Lo psicomotricista è una figura che negli ultimi anni sta avendo una progressiva affermazione, soprattutto nell’ambito della prevenzione e della cura dei disturbi dell’età evolutiva, anche se, naturalmente, non è qui che si esurisce l’ambito di intervento di questa figura professionale.
Lo psicomotricista interviene da solo o in equipe con altri professionisti, psicologo, educatore, neuropsichiatra, pedagogista ecc. Si avvale di tecniche cosiddette a mediazione corporea, in cui cioè ad essere messa in gioco è la fisicità del bambino, per favorire e sostenere lo sviluppo psicofisico del bambino in condizioni di normalità, prevenire l’insorgenza di condizioni di patologia quando il piccolo sta attraversando una fase critica (separazione dei genitori, trasferimenti, lutti) e rafforzare le capacità psicofisiche in situazioni di patologia conclamata.
La psicomotricità può inoltre essere di grande aiuto anche per superare ostacoli legati all’integrazione o all’inserimento in ambito comunitario e scolastico di bambini disabili o provenienti da culture diverse.
Il lavoro dello psicomotricista si basa sull’assunto che mente e corpo rappresentino non due entità separate ma un’unità inscindibile. In quest’ottica, attraverso la conoscenza della propria fisicità e dell’ambiente circostante si perviene alla conoscenza di sè e all’integrazione delle dimensioni affettiva, cognitiva e motoria.
Concretamente lo psicomotricista è di grande aiuto in caso di ritardi o disturbi dello sviluppo psicomotorio, disturbi dell’apprendimento, patologie neurologiche, handicap motori e sensoriali, autismo e, più in generale, in ogni condizione di malattia o disagio che riguardi il bambino. L’intervento dello psicomotricista si basa soprattutto sull’analisi della comunicazione non verbale (postura, gesti, utilizzo dello spazio e degli oggetti, sguardo) e si avvale, come accennato, di tecniche a mediazione corporea che vanno dalla comunicazione non verbale alle attività ludico espressive. Anche per questo, in genere è una figura con la quale i bambini accettano di buon grado di lavorare.
Per diventare psicomotricisti bisogna aver conseguito una preparazione specifica. La formazione è regolamentata sin dal 1972 ed esistono numerose scuole di psicomotricità in tutta Italia. Gli psicomotricisti lavorano di norma presso strutture socio-sanitarie sia pubbliche sia private oppure come liberi professionisti.
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