Si basa sulla cosiddetta teoria delle origini fetali ed è nato in Italia nel 2005. Stiamo parlando del Progetto NINFEA il cui scopo è di individuare le condizioni materne e ambientali in cui il bambino si sviluppa dentro l’utero e nei primi anni di vita e “isolare” quelle tra queste che influenzano il suo stato di salute da adulto.
Diversi studi, infatti, hanno già dimostrato che malattie quali diabete, asma, patologie cardivascolari, obesità, cancro e allergie possono essere determinate da eventi occorsi durante la gravidanza. Lo scopo del Progetto NINFEA, come spiega il suo coordinatore, l’epidemiologo dell’Università di Torino, Lorenzo Richiardi, è capire se e in che modo fattori come l’assunzione di farmaci in gravidanza, la durata dell’allattamento materno, il vizio del fumo, l’esposizione all’inquinamento ambientale nei primi anni di vita, l’occupazione dei genitori e le loro condizioni sociali influenzano lo sviluppo del piccolo.
Allo studio possono aderire tutte le donne in gravidanza, attraverso il sito www.progettoninfea.it. I questionari da compilare sono tre: uno durante la gestazione, uno a sei mesi dal parto e uno al compimento del diciottesimo mese di vita del piccolo. Quando il bambino compie sei mesi lo studio prevede, per chi lo vuole, la donazione di un campione di saliva sia della madre che del figlio.
Sotto la lente d’ingrandimento degli studiosi torinesi, tra l’altro, la storia riproduttiva e lo stile di vita della madre, l’assunzione di farmaci, l’alimentazione, il sonno, le eventuali allergie e la frequenza delle malattie infettive del bambino. In questa fase dello studio, spiega Richiardi, l’obiettivo è individuare i fattori coinvolti nel basso peso alla nascita.
Attualmente sono cinquemila le mamme che hanno preso parte allo studio. Anche tu puoi dare il tuo contributo alla ricerca registrandoti al sito e compilando i questionari on line.
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