Si celebra anche quest’anno il Primo Maggio, la Festa dei Lavoratori che nasce a Parigi il 20 luglio del 1889 in occasione della Seconda Internazionale quando fu indetta una manifestazione per chiedere alle autorità pubbliche di ridurre la giornata lavorativa a otto ore rispetto alle 16 ore al giorno consuete.
L’iniziativa superò i confini nazionali e divenne il simbolo delle rivendicazioni degli operai registrando una forte adesione. Dal 1947, dopo essere stata abolita durante il fascismo, la festa dei lavoratori è una festa nazionale in Italia. Per ricordarla ai bambini proponiamo tre poesie; Il treno degli emigranti di Gianni Rodari, Gli odori dei mestieri di Gianni di Rodari, I seminatori di Gabriele D’Annunzio.
Il treno degli emigranti
di Gianni Rodari
Non è grossa, non è pesante
la valigia dell’emigrante…
C’è un po’ di terra del mio villaggio,
per non restar solo in viaggio…
Un vestito, un pane, un frutto
e questo è tutto.
Ma il cuore no, non l’ho portato:
nella valigia non c’è entrato.
Troppa pena aveva a partire,
oltre il mare non vuole venire.
Lui resta, fedele come un cane,
nella terra che non mi dà pane:
un piccolo campo, proprio lassù…
Ma il treno corre: non si vede più.
I seminatori di Gabriele D’Annunzio
Van per il campo i validi garzoni
guidando i buoi da la pacata faccia;
e, dietro quelli, fumiga la traccia
del ferro aperta alle seminagioni.
Poi, con un largo gesto delle braccia,
spargon gli adulti la semenza; e i buoni
vecchi, levando al ciel le orazloni,
pensan frutti opulenti, se a Dio piaccia.
Quasi una pia riconoscenza umana
oggi onora la Terra. Nel modesto
lume del sole, al vespero, il nivale
tempio dei monti innalzasi: una piana
canzon levano gli uomini, e nel gesto
hanno una maestà sacerdotale.
Gli odori dei mestieri
di Gianni Rodari
Io so gli odori dei mestieri:
di noce moscata sanno i droghieri;
sa d’olio la tuta dell’operaio;
di farina il fornaio;
sanno di terra i contadini;
di vernice gli imbianchini;
sul camice bianco del dottore
di medicine c’è un buon odore.
I fannulloni, strano però,
non sanno di nulla e puzzano un po’.
POESIE PER LA FESTA DEI LAVORATORI
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