Ti abbiamo parlato ormai molte volte dei piccoli prematuri, della loro fragilità e di quante cure e di quanto amore hanno bisogno per crescere e superare tutti i problemi legati alla loro nascita anticipata. Negli ultimi anni si è scoperto e sperimentato che i prematuri non sono dei soggetti passivi ma che attraverso i loro comportamenti mandano dei segnali che possono permettere di comprendere meglio come curarli e come farli stare meglio.
Su questo presupposto si fonda il metodo “Nidcap”, che, partendo da un’osservazione sistematica dei comportamenti spontanei del neonato, mira ad offrirgli un’assistenza meno medicalizzata e più coccolata. In Italia è stato avviato un progetto dal reparto di neonatologia del policlinico di Modena per diventare il primo centro Nidcap del Paese. Tutte le cure di cui ha bisogno un prematuro, che per settimane si trova in terapia intensiva lontano dai genitori, stressano il fisico e il benessere del piccolo. Per evitare questi problemi è stata avviata la sperimentazione del metodo Nidcap che sta per Newborn Individualized Developmental Care and Assessment Program (programma di assistenza e cura individualizzata per lo sviluppo del neonato), sperimentazione che terminerà proprio quest’anno.
I nati pretermine sono estremamente fragili e sensibili agli stimoli disturbanti della terapia intensiva, piena di luci, allarmi, rumori e governata dai tempi e dalle necessità assistenziali che prevedono il controllo continuo delle funzioni vitali del neonato. Per questa ragione il metodo “Nidcap” mira a creare un ambiente tranquillo e contenitivo, il più vicino possibile all’ambiente intrauterino. Si cerca con un nido morbido di assicurare la stabilità nella postura e la promozione del movimento verso la linea mediana, evitando movimenti bruschi e contrazioni dolorose dei muscoli
Spiega il professor Ferrari, direttore del reparto di neonatologia.
Nell’incubatrice il piccolo sente rumori, dovendo essere costantemente monitorato viene svegliato circa 150 volte al giorno, tutto il contrario dell’amibente caldo e armonico dell’utero materno che ormai è solo un ricordo per il piccolo. Ed il bambino sente anche dolore.
Fino a pochi anni fa si pensava che i neonati non sentissero dolore perchè non sempre la sofferenza si manifesta nel neonato col pianto e perchè si credeva che le terminazioni del dolore fossero ancora immature. Oggi, invece, sappiamo che non solo sentono dolore, ma lo avvertono in modo molto più intenso dei bambini più grandi.
Continua Ferrari.
Il metodo Nidcap prevede luci soffuse, nessun rumore e assistenza da parte di personale specializzato che sa come gestire i piccoli.
La psicologa americana Heidelise Als, ideatrice di questo metodo, ha dimostrato che le varie aree cerebrali del neonato che riceve un’assistenza “coccolata” si sviluppano meglio di chi riceve un’assistenza coi metodi tradizionali. Ovviamente questo metodo prevede il coinvolgimento diretto dei genitori, per demedicalizzare il periodo di degenza e permettere l’interazione e la conoscenza ta figli e genitori, anche attraverso la Marsupioterapia. Per far sì che le mamme e i papà siano presenti 24 su 24 il reparto di Neonatologia di Modena è stato dotato di nuovi spazi (camerette, letti, cucina, bagni), grazie anche al generoso interessamento della famiglia Pavarotti.
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