Oggi si celebra la festa del papà, e per l’occasione ho pensato di pubblicare una bella poesia. Si tratta di un classico molto suggestivo, opera del poeta ligure Camillo Sbarbaro, scomparso nel 1967. L’ho scelta fra tante, molte delle quali sono già state postate nei giorni scorsi sul nostro blog, per una strofa in particolare, quella di chiusura precisamente:
Padre, se anche tu non fossi il mio
padre, se anche fossi a me un estraneo,
fra tutti quanti gli uomini già tanto
pel tuo cuore fanciullo t’amerei
La dedico quindi a tutti i papà, che spero ci leggano quanto le mamme, che hanno mantenuto il loro cuore di fanciulli e se ne ricordano quando incontrano lo sguardo dei loro piccoli.
Padre, se anche tu non fossi il mio
padre, se anche fossi a me un estraneo,
per te stesso, egualmente t’amerei.
Ché mi ricordo d’un mattin d’inverno
che la prima viola sull’opposto
muro scopristi dalla tua finestra
e ce ne desti la novella allegro.
Poi la scala di legno tolta in spalla
di casa uscisti e l’appoggiasti al muro.
Noi piccoli stavamo alla finestra.E di quell’ altra volta mi ricordo
che la sorella, mia piccola ancora,
per la casa inseguivi minacciando.
(la caparbia avea fatto non so che)
Ma raggiuntala che strillava forte
dalla paura, ti mancava il cuore:
che avevi visto te inseguir la tua
piccola figlia e, tutta spaventata,
tu vacillante l’attiravi al petto
e con carezze dentro le tue braccia
avviluppavi come per difenderla
da quel cattivo ch’era il tu di prima.Padre, se anche tu non fossi il mio
padre, se anche fossi a me un estraneo,
fra tutti quanti gli uomini già tanto
pel tuo cuore fanciullo t’amerei.”Camillo Sbarbaro
Per le altre poesie dedicate al papà, seguite i link: