La dieta dei nostri figli è carente di vitamina D. Questo è quanto emerso dal diciassetesimo congresso della Società Italiana di Medicina dell’Adolescenza, tenutosi nei giorni scorsi a Palermo. Sempre più adolescenti, infatti, mostrano una carenza di vitamina D. Le cause di questo fenomeno sono molteplici: un rapporto alterato con il cibo, talvolta alla base di uno stile di vita alimentare sregolato e, per gli adolescenti, addirittura l’adozione di modelli alimentari vegani o vegetariani.
Il deficit di vitamina D non si manifesta attraverso una precisa sintomatologia ma questa ha un ruolo fondamentale per il mantenimento di un buono stato di salute a cominciare dalla corretta mineralizzazione delle ossa. Inoltre, la vitamina D influenza il sistema immunitario, la massa muscolare, il sistema nervoso centrale, l’apparato cardiovascolare e il metabolismo degli zuccheri. Diversi poi gli studi che attribuiscono alla carenza di vitamina D un ruolo nell’insorgenza di alcuni disturbi dell’umore, quale la depressione.
Questa particolare vitamina è contenuta nel fegato, nel pesce, in alcuni tipi di olio e, in misura minore, nelle uova e nei latticini. Poichè è sintetizzata soprattutto dalla pelle però è necessario esporsi al sole perchè la sintesi avvenga.
Di contro, se ne è parlato al congresso, le vite dei nostri figli abbondano di un’altra sostanza, stavolta nociva: il famigerato bisfenolo A, purtroppo contenuto proprio nei biberon, nelle bottiglie e nei contenitori di plastica degli alimenti per bambini. Attualmente gli esperti ritengono che il bisfenolo contenuto nelle bottiglie di plastica, cui le future madri, volenti o nolenti, sono esposte in gravidanza sia una dei fattori che concorrono all’insorgenza dell’endometriosi, una patologia femminile che interferisce con le capacità procreative.
La buona notizia è che l’Unione Europea ha bandito i biberon contenenti bisfenolo e che il nostro Paese ha aderito a questa direttiva ma, avvertono gli esperti, altri interferenti endocrini sono in agguato.
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