Tutti conosciamo la placenta come una sorta di involucro che protegge il bambino durante la gestazione. In realtà, si tratta di un organo e il suo compito è quello di regolare gli scambi tra madre e feto. Inizialmente la placenta ha la forma di un disco, che aderisce al collo dell’utero. Durante il corso della gravidanza, con la crescita del piccolo, questa guaina assume forme differenti.
La posizione della placenta dipende dal punto in cui avviene l’impianto. Per questo motivo si può parlare di anteriore, posteriore, ma anche di fundica o laterale. Questa definizione non implica alcun problema di salute né per il bambino né per la mamma, inoltre non dà alcun tipo di limitazione per il normale svolgimento del parto vaginale.
Perché è importante sapere in che posizione si trova la nostra placenta? Per esempio, per effettuare l’amniocentesi. Se si trova nella zona anteriore, l’esame è più complicato e vi è il rischio di un passaggio dei globuli rossi fetali nella circolazione sanguigna materna. Come sapete le donne Rh negativo, con un partner Rh positivo, devono – per la buona riuscita della gravidanza – evitare lo scambio di sangue tra loro e il feto.
L’amniocentesi purtroppo è un esame invasivo, anche se molto sicuro, e la posizione della placenta in determinate situazioni può ovviamente complicare l’esito. La medicina negli ultimi anni ha davvero fatto passi da gigante, ne consegue che le signore Rh negative dovranno fare una puntura di immunoglobuline anti-D entro un lasso di tempo che va da mezz’ora a due ore dopo l’esame, per evitare che gli anticorpi della mamma attacchino il piccolino.
Può diventare problematica una placenta posteriore bassa. In questo caso, si parla di anomalia di annidamento dell’uovo fecondato che sceglie la zona dell’istmo. In linea di massima, all’inizio della gravidanza capita spesso (il 5% dei casi) che durante l’ecografia si noti una posizione bassa della placenta, che però dovrebbe alzarsi nel corso delle settimane. Si parla di placenta previa, quando ovviamente questo meccanismo non avviene ed è una complicazione invasiva al momento del parto. Richiede, infatti, il cesareo perché la placenta può ostruire il collo dell’utero.
Photo Credit | ThinkStock