Abbiamo già avuto modo di affrontare il delicatissimo tema della pillola RU486 ed in questi ultimi giorni il dibattito, almeno in Italia è tornato più vivo che mai. Perchè?
Dal primo di aprile la pillola “della discordia” può essere venduta anche da noi richiesta dalle farmacie ospedaliere; pillola che ricordo essere in commercio già in 30 paesi e da più di 20 anni. Ed è stata autorizzata anche in Italia ed il Consiglio Superiore di Sanità qualche settimana fa ha ricordato che
come unica modalità di erogazione della pillola abortiva RU486 ci sia il ricovero ordinario fino alla verifica dell’espulsione completa» per garantire la tutela psicofisica della donna e il rispetto della legge 194
Ed a questo punto entra in campo la politica e nel caso specifico due governatori leghisti: Zaia in Veneto e Cota in Piemonte. Da entrambi è arrivato un secco “no” alla distribuzione della pillola (che almeno in teoria dovrebbe iniziare dopo Pasqua).
Tuttavia bisogna ricordare che le competenze delle regioni in materia non sono ampie e a questo proposito la risposta di Bersani non si è di certo fatta attendere. Queste le sue parole
Sono Presidenti di Regioni, non imperatori
Ma la posizione di Cota è nettissima
Sulla pillola Ru486 la mia posizione è sempre stata chiara: essendo a favore della vita farò di tutto per contrastarne l’impiego. È ovvio che rispetterò la legge, non posso fare diversamente, ma è altrettanto chiaro che dal punto di vista dei valori in Piemonte io ho delle idee diverse rispetto alla Governatrice non riconfermata . Penso che la pillola abortiva debba essere somministrata quanto meno in regime di ricovero
E Zaia
per quel che ci riguarda non daremo mai l’autorizzazione a poter acquistare e utilizzare questa pillola nei nostri ospedali
aggiungendo che la Regione
studierà le modalità per far valere un punto di vista nettamente contrario a uno strumento farmacologico che banalizza una procedura così delicata come l’aborto, che lascia sole le donne e che deresponsabilizza i più giovani. Non posso non considerare l’invito del Papa che stimola tutti noi a procedere secondo coscienza
ed ancora
… anche l’Aifa prescrive una somministrazione della pillola abortiva in ambienti e modalità protette, segno inequivocabile che si chiede a tutti di operare in questa materia con grande prudenza
il direttore generale dell’Agenzia del farmaco Guido Rasi ha chiarito che
le Regioni non possono fare come vogliono. Hanno una larga autonomia sulle modalità, le tempistiche e i percorsi di somministrazione di un farmaco, un buon margine operativo, ma prima o poi si deve trovare una modalità per l’erogazione di un farmaco già approvato
Polemiche su polemiche. Ma quello che mi chiedo io è: perché approvare un farmaco che si sapeva sin dall’inizio avrebbe scatenato un forte vespaio. Vespaio che è solamente all’inizio e che difficilmente troverà una soluzione che accontenti tutti.
Polemiche che riguardano un tema molto delicato ed in cui è difficile, almeno per me, esprimere un parere.
Via| Corriere.it
1 commento su “Pillola RU486: il “no” dei leghisti”