Si parla di piedi piatti nei bambini (e non solo) quando si riscontri la presenza di un abbassamento, di entità più o meno variabile, dell’arcata plantare interna, la quale nei casi più gravi può presentarsi completamente appiattita. Quella dei piedi piatti è una problematica che, ove presente, preoccupa i genitori. Proprio per questo porta mamme e papà a sottopporre il proprio bambino a numerose visite ortopediche pediatriche. Prima che si creino allarmismi di sorta, però, bisogna tenere presente come, alla nascita, tutti i bambini nascano con il plantare piatto e come con lo sviluppo questo si modifichi fino a creare la volta plantare.
Per poter considerare l’idea che il proprio bambino possa avere i piedi piatti si dovrebbe aspettare il raggiungimento dei 10-12 anni: è a partire da questo momento, infatti, che sarebbe bene rivolgersi ad un professionista per sentirne il parere e decidere sul da farsi.
Tra le diverse modalità di intervento volte a migliorare la situazione ci sono innanzitutto degli esercizi mirati che aiutino il piede a maturare, come ad esempio quello che consiste nello stare in punta di piedi muovendo allo stesso tempo l’alluce, o l’impiego di plantari specifici. Nonostante questi ultimi possano in qualche modo fornire un aiuto, non sono però sinonimo di risoluzione definitiva del problema.
Nel caso in cui, poco prima dell’adolescenza, la situazione non sia migliorata c’è la possibilità, da concordare con il proprio medico, di intervenire tramite un piccolo intervento chirurgico che garantisce una correzione immediata dell’arcata. Non si tratta di un’operazione invasiva, viene effettuata in day-hospital ed è anche abbastanza semplice, ma si tratta di una possibilità che deve essere ben ponderata sulla base di tutti gli esami fatti in precedenza e laddove le radiografie effettuate evidenzino un’alterazione morfologica del piede, la quale sta alla base di una non corretta maturazione dell’arcata plantare.
Photo Credit | Thinkstock