Sapevate che i pidocchi non sono tutti uguali? Sembra infatti che ceppi differenti di questo sgradito parassita popolino il mondo. A svelarlo, a chi non se ne intende, è uno studio pubblicato sull’European Journal of Clinical Microbiology & Infectious Diseases e condotto dal professor Hermann Feildmeier che spiega come l’evoluzione abbia condotto il Pediculus humanus a suddividersi in tre gruppi: A, B e C.
Mentre il gruppo A è diffuso in tutto il mondo, il gruppo B è presente solo in America, Europa e Australia. Questi due ceppi sono però piuttosto simili tra loro e fondamentalmente innocui data la loro area geografica di provenienza. A destare la preoccupazione degli studiosi è invece il terzo ceppo, il cosiddetto gruppo C, quest’ultimo, infatti, è presente solo in Nepal e in Etiopia ma rischia di venire diffuso in altre aree del mondo dalle ondate migratorie portando con sè il pericolo di contagio di malattie infettive.
Il rischio però, è bene precisarlo, è solo teorico e non vi è alcune dimostrazione che possa diventare reale anche data la modesta quantità di sangue che ciascun pidocchio sulla testa di un bambino può ingerire e comunque, avvisano gli esperti, l’infestazione di pidocchi del gruppo C dovrebbe essere massiccia per rappresentare realmente una minaccia.
Cambiano i pidocchi e cambiano anche le cure e accanto ai tradizionali prodotti simili ad insetticidi hanno fatto la propria comparsa altre due classi di rimedi: i preparati naturali, la cui efficacia è provata in otto casi su dieci e i derivati del dimeticone. Già da qualche anno esistono in commercio in Italia lozioni a base di estratti di noce di cocco, anice e olio di ylang ylang dei quali però non si molto circa la sicurezza come farmaci.
Sono invece collaudati dal punto di vista della sicurezza i derivati del dimeticone, liquidi incolore e inodore che agiscono soffoncando il pidocchio.
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