Novità in arrivo per le mense scolastiche. Con il nuovo anno, infatti, nelle mense di alcune scuole italiane ha fatto capolino il piatto unico. Non più primo, secondo, contorno e frutta per i nostri bambini, ma un’unica portata. Questo, per adeguarsi ai ritmi sempre più frenetici del nostro Paese e alle tradizioni delle diverse culture presenti in Italia legate al piatto unico.
Ad avviare la sperimentazione del piatto unico nelle mense scolastiche sono stati alcuni comuni del Nord. Alla base di questa decisione, oltre la volontà di adeguarsi ai ritmi sempre più frenetici della società, c’è il tentativo dei vari Comuni di risparmiare in questo periodo di crisi e di tagli. Il Comune di Padova, ad esempio, introducendo il piatto unico nelle mense scolastiche per tre giorni alla settimana, calcola un risparmio di circa 650 mila euro all’anno.
Come è facile intuire, la decisione dei Comuni del Nord di introdurre nelle mense il piatto unico ha suscitato molte polemiche. In primis dai genitori che temono una perdita della qualità degli alimenti offerti e rischi per la salute dei propri bambini. Anche i Comuni del Sud non ci stanno e bocciano l’iniziativa del piatto unico nelle mense scolastiche.
Se il piatto unico nelle mense e’ finalizzato al risparmio economico –afferma Giuseppe Raffa, sindaco di Reggio Calabria– allora vuol dire che siamo veramente alla frutta. Noi continueremo a garantire l’equilibrio alimentare fatto da portate singole, senza penalizzare le nostre tradizioni. I bambini -continua Raffa– si formano anche sotto il profilo alimentare. Poter alimentare i nostri ragazzi con primo, secondo e contorno e’ il massimo che gli amministratori devono auspicare per i propri figli e cittadini, formandoli allo stile di vita della cucina mediterranea.
E’ vero, la società italiana sta diventando sempre più frenetica e i ritmi di vita sempre più veloci ma questo non vuol dire che i bambini devono essere aggrediti da questa situazione. Noi, con il lavoro, la famiglia, il tempo che fugge, spesso ci concediamo pasti unici e veloci o addirittura li saltiamo ma non per questo dobbiamo imporre i nostri ritmi frenetici ai bambini. Sarebbe una costrizione inutile che, io personalmente, non condivido. E voi, invece, cosa ne pensate?
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