Tra le tante infezioni delle vie respiratorie c’è anche la pertosse. Causata dal batterio Bordetella pertussis, è caratterizzata da una tosse molto forte e piuttosto violenta. Nota anche sotto il nome di tosse canina, essa si manifesta attraverso gli stessi sintomi sia negli adulti che nei bambini. Quelli iniziali sono simili a quelli di un comune raffreddore: naso che cola, starnuti, febbre non troppo alta. Ma ciò che la distingue da quest’ultimo è una tosse secca ed insistente, che dopo un paio di settimane diventa convulsiva ed accompagnata dal caratteristico urlo durante l’inspirazione, che può portare alla comparsa di conati di vomito.
Tra i metodi preventivi c’è sicuramente la vaccinazione la quale è specifica contro il batterio responsabile dell’infezione. La vaccinazione è fortemente consigliata al di sotto dei 5 anni di età, ovvero quella più a rischio. Si ricorda che la pertosse è contagiosa: i relativi batteri si trasmettono tramite gocce di liquido che possono essere sprigionate a seguito di starnuti e colpi di tosse. Il periodo di incubazione va solitamente dai 7 ai 10 giorni, anche se può arrivare fino ai 20-21. La durata della pertosse non è determinabile con certezza: nei casi più comuni scompare dopo 5-6 settimane. Per i neonati potrebbe rivelarsi necessario il ricovero ospedaliero.
Trattandosi di una malattia di origine batterica la pertosse può venire trattata con l’assunzione di antibiotici che devono essere somministrati in seguito alla decisione del medico. Purtroppo, nella maggior parte dei casi, gocce, sciroppi, ed altri farmaci risultano inutili allo scopo di sedare la tosse derivante da pertosse. Di qualche aiuto possono risultare le vitamine, come quella C. Un cenno merita infine l’ambiente in cui il bambino trascorre la sua giornata: non deve rimanere all’interno di luoghi chiusi caratterizzati da aria viziata, tantomeno stare chiuso in casa. Sono consigliate ad esempio le uscite fuori ed anche passare qualche ora in campagna o al mare.
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