In gravidanza le perdite sono molto frequenti e le donne spesso si preoccupano: come mai? Che cosa sta succedendo? La gestazione è in pericolo? Non tutte le perdite sono un segnale negativo. Per esempio, all’inizio della gravidanza, l’annidamento dell’embrione può causare un po’ di sangue. Nella maggior parte dei casi è minima, ma ci sono donne che lo scambiano per il ciclo.
Nel primo trimestre eventuali perdite sono abbastanza ricorrenti e possono dipendere da diverse cause: un’infiammazione vaginale o infezione, per esempio. Tutte situazioni che si possono tranquillamente curare: fatelo presente al vostro ginecologo. Bisogna preoccuparsi, e ciò vale durante tutte le 40 settimane, se al sanguinamento vaginale, si associano perdite brunastre e dolore sovra pubico. Potrebbero essere i sintomi di un aborto o di gravidanza extrauterina.
Spesso il sanguinamento, soprattutto dal secondo trimestre in poi, potrebbe voler segnalare un problema di placenta: uno scollamento o in caso di placenta previa. Un’ecografia potrà togliere ogni dubbio e magari con un po’ di riposo potrebbe risolversi il problema. Le perdite possono anche indicare l’arrivo del bambino, a volte prima del termine. Da che cosa dipendono? Dalle modificazioni del collo uterino (raccorciamento o dilatazione) possono portare a piccoli sanguinamenti di colore variabile dal rosato, al rosso vivo o al marrone.
Queste perdite sono dovute alla rottura di piccoli vasi della ed essere sinonimo quindi di un travaglio iniziale. Tra le perdite, c’è anche il famo tappo mucoso. Alcune donne non si accorgono neanche di averlo perso, altre invece trovano una sostanza un po’ gellosa con delle striature di sangue. Ci sono poi le perdite trasparenti. Se all’improvviso, si apre come un rubinetto, andate subito in ospedale. Quando si rompono le acque, soprattutto se non siete in travaglio, è bene recarsi in una struttura: il bimbo non è più in un ambiente sterile e potrebbe essere necessario indurre il parto.
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