L’Italia non è un Paese per bimbi
E’ questo l’allarme lanciato dal 67° Congresso della Società italiana di Pediatria – Sip che si è tenuto a Milano Convention Centre dal 7 al 10 giugno 2011. Una denuncia forte, che all’atto pragmatico vede la cultura italiana indietro rispetto ai paesi scandinavi, dove la maternità e la pubertà sono diritti maggiormente tutelati.
Qualche esempio? La parola al, professore di pediatria all’Università Statale di Milano e presidente della Società italiana di nutrizione pediatrica – Sinupe, Marcello Giovannini:
I seggioloni nei ristoranti sono ormai merce rara. Siamo il Paese maglia nera su questo fronte. Per non parlare degli spazi dedicati all’allattamento, anche questi insufficienti, soprattutto nei centri commerciali
La situazione non cambia, anzi peggiore sul fronte degli asili nido. Ecco cosa ha dichiarato Alberto Ugazio, il presidente della Società italiana pediatria:
Abbiamo una percentuale di posti negli asili nido che è tra le più basse al mondo: se a livello europeo è previsto che il 33% dei bimbi trovi posto nei nidi, l’Italia si ferma poco sopra il 22%. Siamo indietro anche rispetto ai Paesi vicini, come Francia e Germania. E ci distinguiamo in negativo soprattutto per quanto riguarda i nidi aziendali, uno strumento che cambierebbe radicalmente la vita delle mamme.
Dal 67° Congresso del Sip si evince come la pediatria italiana abbia gettato le basi per un progetto di un cambiamento che trasformi quest’Italia più a misura di bambino. In che modo? In primis sensibilizzando la classe politica ad indirizzarsi verso scelte sociali e politiche mirate all’infanzia e la maternità.
Ugazio sottolinea con sottile sarcasmo il problema di fondo che riguarda il disinteressamento dei governanti a una politica per i bambini:
Oggi si registra lo scarso interesse della politica in generale e delle amministrazioni locali per la mamma, il bimbo e la famiglia. Forse perchè i bebè non votano, i loro diritti passano in secondo piano.
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