Penso di poterlo affermare con ragionevole certezza: ogni futura mamma desidera che il proprio parto proceda secondo un determinato copione. Molto probabilmente, immaginiamo di avvertire le prime contrazioni, di riconoscerle come quelle “buone” (ovvero quelle che ci avvisano che il momento è davvero arrivato), di prendere la nostra bella valigetta preparata con il giusto anticipo e di arrivare rapidamente in ospedale, dove potremo affidarci con tranquillità agli “addetti ai lavori”. Ecco, non sempre va così.
È di ieri pomeriggio la notizia che una donna di 31 anni ha partorito in autostrada, precisamente sulla A22 del Brennero, con l’aiuto degli agenti della polizia stradale.
La donna, originaria di San Candido (in provincia di Bolzano), era al nono mese di gravidanza; quando ha avvertito l’inizio delle contrazioni, è partita dalla sua casa di Fiè per recarsi all’ospedale di Bolzano. Ma evidentemente la bambina aveva altri programmi: mentre erano ancora in macchina, si sono rotte le acque, e il marito della donna ha chiesto soccorso. Una pattuglia, che in quel momento era impegnata in controlli di routine sulla stessa autostrada, è stata dirottata d’urgenza verso il luogo della chiamata; una volta arrivati, però, non hanno potuto far altro che constatare che non c’era il tempo per arrivare in ospedale, la bambina aveva fretta di nascere.
Il marito della donna e i due agenti della Polstrada si sono quindi improvvisati ostetriche, e hanno aiutato la gestante a partorire sui sedili anteriori della macchina; quindi, hanno assistito mamma e figlia mentre attendevano l’ambulanza del 118, che finalmente le ha portate in ospedale.
Una storia a lieto fine, insomma, ma che non deve portarci a conclusioni affettate. Perché se è vero che il parto è un evento naturale che tendiamo forse a medicalizzare un po’ troppo, è altrettanto vero che questa donna è stata fortunata a non incontrare complicazioni che solo del personale qualificato avrebbe potuto affrontare.
Insomma, come si dice in questi casi… stavolta è andata bene, voi però non provateci!
[Fonte: la Repubblica]