Stando ad alcuni ricercatori dello dello University College e del King’s College di Londra il rischio di parto prematuro, che rappresenta una delle paure di mamme e papà, ora si può prevenire. Per arrivare a questa scoperta i ricercatori hanno ideato un test ad hoc i cui risultati sono stati pubblicati anche all’interno del British Journal of Obstetrics and Gynaecology e quindi sembra essere una cosa piuttosto seria e che apre nuove speranze.
Il test, condotto su 92 donne tra le 24 e 34 settimane di gravidanza, si basa sull’analisi della saliva; sono quindi stati misurati i livelli di progesterone, che per chi non lo sapesse si tratta di un ormone dalle proprietà antinfiammatorie ed in grado di fermare le contrazioni dell’utero prima della 40° settimana. Delle 92 donne quelle che hanno partorito prematuramente avevano un livello di progesterone piuttosto basso. Sebbene ancora non sia chiara quale correlazione ci sia tra parti prematuri e progesterone è indubbio che l’assenza o un basso quantitativo di questo ormone possa causare infezioni batteriche. Infezioni batteriche che sono tra le prime e principali cause di parto prematuro. Si tratta quindi di un esame non invasivo ed in grado di monitorare i livelli di progesterone permettendo di intervenire in caso di necessità.
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