I farmaci a base di paracetamolo (Tachipirina, Efferalgan, Zerinol, sono per citarne alcuni) sono molto diffusi e per certi versi amati, dalle donne in dolce in attesa e dalle neomamme. Il paracetamolo è, infatti, uno dei pochi principi attivi che è possibile assumere in gravidanza e somministrare al bambino sin dai primi mesi di vita senza timore che ci siano conseguenze negative.
Tuttavia, come ogni altro farmaco, anche il paracetamolo presenta controindicazioni ed effetti collaterali ed è caratterizzato da un certo grado di tossicità se assunto in dosi elevate. Inoltre, già nel 2010 una ricerca neozelandese, condotta su un campione di 1500 bambini e pubblicata sulla rivista scientifica Clinical ed Experimental Allergy, aveva dimostrato che somministrare il paracetamolo a bambini sotto i 15 mesi di vita aumenterebbe il rischio che diventino più sensibili agli allergeni e sviluppino asma intorno ai sei anni di età. PIù precisamente, risulterebbe raddoppiato il primo e addirittura triplicato il secondo.
Stando così le cose, per annullare anche il minimo rischio un team internazionale di ricercatori sta cercando di sostituire la molecola principale del paracetamolo con un’altra ugualmente efficace ma priva di controindicazioni. Nell’attesa che questa sperimentazione dia l’esito sperato non ci resta che somministrare farmaci che contengono paracetamolo con molta moderazione ai nostri figli, specie se molto piccoli.
Lo stesso dovrebbero fare la future madri. Il paracetamolo, d’altra parte, per quanto sicuro è pur sempre un farmaco.
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