Quanto contano i papà? Sono importantissimi e non dobbiamo dimenticarlo. Coinvolgimento emotivo e fiducia nel proprio ruolo paterno. Su questi due aspetti i papà dovrebbero puntare per far sì che i propri figli abbiano un giusto sviluppo mentale ed emotivo. A spiegare come conti più il come che non il quanto tempo trascorso insieme è uno studio pubblicato sulla rivista BMJ Open, condotto presso l’Università di Bristol.
L’influenza del padre sui figli è stata negli ultimi anni oggetto di grandi cambiamenti culturali e al centro di diverse ricerche. L’ultima è uno studio osservazionale (Avon Longitudinal Study of Parents and Children) su 10.440 bambini, che vivevano in casa con entrambi i genitori all’età di 8 anni.
I padri, attraverso questionari, hanno risposto a domande sul rapporto con i figli, l’atteggiamento nei loro confronti, quanto tempo hanno trascorso nella cura del bambino e in faccende domestiche, i propri sentimenti nei confronti della paternità.
All’età di 9 e 11 anni, il comportamento dei bambini è stato valutato con un Questionario sui punti di forza e debolezza (SDQ), che valuta problemi di comportamento, sintomi emotivi, relazioni con coetanei, iperattività e comportamento pro-sociale. La fiducia che il padre aveva nel proprio ruolo genitoriale è risultata collegata al 28% di possibilità in meno che il bimbo avesse problemi emotivi all’età di 9 e 11 anni, mentre il coinvolgimento emotivo era associato a una riduzione del 20%. Hanno inoltre così spiegato gli esperti:
“Aspetti psicologici ed emotivi del coinvolgimento paterno sono più potenti nell’influenzare il comportamento del figlio negli anni successivi, rispetto alla quantità di tempo in cui padri sono impegnati nella loro cura”.