Parliamo spesso di quanto sia dannoso il fumo per il bambino, soprattutto di come le sostanze nocive vengano passate durante la gestazione dalla mamma al feto. Anche il papà, però, ha le sue belle responsabilità e lo dimostra un nuovo studio dei biologi del laboratorio di analisi genetiche del centro di medicina per la riproduzione assistita ‘ProCrea’ di Lugano.
Secondo questi esperti se il papà è un fumatore, la donna che si sottopone a fecondazione assistita è maggiormente a rischio aborto. Questa tesi è stata verificata con uno studio condotto su ben 816 pazienti. Il test che è stato utilizzato per le analisi è quello per verificare la frammentazione del Dna spermatico sui trattamenti di fecondazione assistita. Da noi non è molto noto, ma negli Usa si usa da tempo ed è ormai un’analisi di routine.
Il test ha dimostrato che se il seme è caratterizzato da un’elevata frammentazione del Dna, il numero di aborti è più elevato. Cosa provoca la frammentazione? Non esiste una causa sola, ma tra queste c’è sicuramente il fumo. La soluzione migliore sarebbe sospendere totalmente il vizio del fumo e disintossicarsi per qualche mese, prima di fare il trattamento di fecondazione. I medici, inoltre, suggeriscono una cura a base di vitamina E. Giuditta Filippini, direttrice del laboratorio di genetica umana del centro ProCrea, ha dichiarato:
In alcuni casi, il problema della frammentazione può essere superato nell’arco di qualche mese, il tempo necessario per una completa spermatogenesi. Come nelle situazioni in cui questa frammentazione del Dna è determinata dall’utilizzo di particolari farmaci: basta la sospensione del farmaco per ristabilire la situazione.
Sta di fatto che i papà dovrebbero tenere in considerazione maggiormente il loro stile di vita, soprattutto se desiderano avere dei bambini. Spesso, purtroppo, la donna che non riesce a concepire tende a colpevolizzarsi quando poi la causa potrebbe non risiedere in lei e nel suo corpo.
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