Partorire senza dolore: l’uso dell’epidurale

epidurale

Il pensiero principale di ogni donna in gravidanza è quella di trovare un modo per non sentire dolore durante il parto, ma attualmente non esistono metodi efficaci per ridurlo del tutto. La partoriente può contare sull’appoggio di alcune tecniche di rilassamento e sul possibile uso di tre farmaci: l’epidurale, gli oppiacei somministrati per via endovenosa e la respirazione di protossido d’azoto, anche se quest’ultima possibilità viene usata raramente.

L’epidurale è sicuramente il sistema antidolorifico più usato e viene praticata da un anestesista; con questa tecnica si elimina il dolore del travaglio ma non si impedisce alla partoriente di muoversi e di restare sveglia durante il processo.

L’epidurale viene praticata introducendo un ago attraverso due vertebre lombari fino a raggiungere uno spazio che si trova tra la colonna vertebrale e una delle meningi intorno al midollo spinale, chiamata dura madre; una volta raggiunto questo spazio, è possibile iniettare l’anestetico in due modi: o in un’unica soluzione, oppure posizionando un piccolo catetere che permette di somministrarlo in piccoli dosi in caso di necessità. Non appena le contrazioni diventano più dolorose il medico procede con l’anestesia, che dopo 10 o 15 minuti inizia a fare effetto, e quindi, diminuisce il dolore.

Articoli per neonati: la culla

culla

L’acquisto della corretta culla è importantissimo perché è proprio lì che il vostro piccolo trascorrerà molte ore. Se scelta con attenzione potrà accompagnare il bambino anche fino ai 3 anni di età. In commercio ne esistono diverse e per tutte le tasche. Prezzo a parte è fondamentale prestare particolare cura nella scelta dei diversi componenti: rete, fodera, guanciale, lenzuolo e materasso.

La rete deve essere piatta, resistente e con doghe in legno. Il materassino ideale è quello in gommapiuma (bene anche quelli di lattice) dotato degli indispensabili buchi antisoffoco. Deve inoltre essere: antiallergico, antibatterico e lavabile. Il guanciale, che almeno nei primi mesi di vita, risulta non essere indispensabile deve essere piccolo e alveolare. In questo modo il bambino qualora dovesse girarsi a faccia in giù riuscirà a respirare perfettamente. Il lenzuolo ideale è di cotone o di fibra naturale.

Viaggiare in gravidanza: missione possibile.

viaggio/1Viaggiare in gravidanza è possibile? Sì, basta solo seguire alcune raccomandazioni. Nessuna gravidanza è uguale all’altra, è dunque evidente che prima di partire bisognerà valutare alcuni elementi come in quale epoca gestazionale ti trovi e se presenti dei fattori di rischio, condizioni che aumentano il rischio di patologia e che necessitano perciò di una maggiore prudenza e attenzione.

Il secondo trimestre di gravidanza è sicuramente il periodo migliore per affrontare un viaggio, sono ormai trascorsi i primi tre mesi e con loro si sono attenuate le nausee, la sonnolenza ed il malessere. Il tuo corpo si è ormai adattato alla gravidanza. Affrontare un viaggio più avanti non è proibito ma potrebbe essere solo più faticoso.

Adozione: iter e normative

adozione

Se una coppia decide di adottare un bambino, per prima cosa deve essere cosciente del fatto che dovrà affrontare un percorso burocratico lungo e difficile, fatto di certificati, assistenti sociali, speranze e talvolta anche delusioni. Ma se la voglia di stringere fra le braccia un bimbo è davvero forte, non fatevi scoraggiare e leggete quali sono i requisiti e i primi passai da compiere per diventare genitori.

L’articolo 6 della legge n. 184 del 1983 stabilisce che l’adozione, nazionale o internazionale, è consentita a coniugi sposati dal almeno 3 anni; se il matrimonio è più recente devono aver convissuto in maniera stabile, continuativa e documentabile prima delle nozze per un periodo di 3 anni; la legge italiana non consente né ai single, né alle coppie conviventi di presentare richiesta di adozione. Un requisito fondamentale è che nessuno dei due genitori abbia subito condanne né abbia procedimenti penali in corso. La differenza minima di età tra l’adottato e l’addotante è di 18 anni, quella massima di 45 anni per il genitore più giovane, mentre l’altro può avere fino a 55 anni in più.

La domanda va presentata al Tribunale per i minorenni, sia nel caso che si voglia adottare un bimbo italiano, sia che si scelga un percorso internazionale. La richiesta va presentata in carta semplice alla quale vanno allegati alcuni documenti, quali: certificato di nascita, di residenza, di matrimonio, stato di famiglia, certificato penale copia dell’ultima dichiarazione dei redditi, certificato di sana e robusta costituzione psicofisica e assenso all’adozione da parte dei futuri nonni.

Parto prematuro: un nuovo test in grado di capire se si è a rischio

parto prematuro

Stando ad alcuni ricercatori dello dello University College e del King’s College di Londra il rischio di parto prematuro, che rappresenta una delle paure di mamme e papà, ora si può prevenire. Per arrivare a questa scoperta i ricercatori hanno ideato un test ad hoc i cui risultati sono stati pubblicati anche all’interno del British Journal of Obstetrics and Gynaecology e quindi sembra essere una cosa piuttosto seria e che apre nuove speranze.

Esami preconcezionali: cosa bisogna sapere

esami preconcezionali

Quando si decide di avere un figlio, la prima cosa da fare è domandarsi se entrambi i futuri genitori sono sani e se non corrono il rischio di trasmettere gravi malattie  ereditarie al futuro nascituro; ecco perché è importante sottoporsi a degli speciali esami preconcezionali.

In primo luogo, ogni donna deve sapere se in passato ha avuto o meno la rosolia: se non ricava notizie sufficienti in famiglia o dai suoi ricordi, deve eseguire un esame, un semplice prelievo del sangue, che permette appunto di riconoscere se è sufficientemente dotata di immunità contro questa malattia. Il rubeo-test, così si chiama questo esame, è utilissimo prima del concepimento e del tutto inutile dopo: anche se il test rivelasse un’insufficiente protezione contro la rosolia, la vaccinazione contro questa malattia, è assolutamente proibita in gravidanza, come del resto lo sono tutti i tipi di vaccinazioni, in quanto il vaccino infetta la placenta provocando deformazioni nel feto. Va sottolineato il fatto che, comunque, dopo la vaccinazione antirosolia, è necessario astenersi dal procreare per almeno tre mesi.

Anche la Wasserman per la prova sierologia della sifilide, la ricerca del fattore Rh sia nell’uomo che nella donna, il test per la toxoplasmosi, sono tutti esami semplici e innocui che, se fatti prima del concepimento eviterebbero tanti problemi. Tutti questi esami preconcezionali possono essere eseguiti nei centri di genetica che si trovano presso gli ospedali di molte grandi città e presso l’ufficio d’igiene del comune.

Alcol e fumo: nemici della gravidanza

bere in gravidanzaDurante il periodo della gravidanza è fondamentale prendersi cura della propria salute cercando, come abbiamo visto, di controllare l’alimentazione e tenendo sotto controllo cattive abitudini che possono provocare danni al bambino. Queste pessime abitudini sono rappresentate soprattutto dall’alcol e dal fumo.

Gli alcolici rappresentano un vero e proprio veleno per la salute del bambino. Numerose ricerche hanno evidenziato come bere durante la gravidanza possa causare danni anche irreparabili al cervello del nascituro. Sarebbe quindi opportuno ridurre il consumo di vino ed eliminare completamente tutte quelle bevande dal contenuto alcolico particolarmente elevato come aperitivi e whisky.

Il nome del tuo bambino: una scelta per la vita!

Bambino/1Il nome di tuo figlio, una decisione che a volte può metterti in crisi. Hai desiderato con tutta te stessa questa gravidanza e ora che finalmente è arrivata, tutti ti fanno la stessa domanda

Hai già deciso il nome? Lo chiamerai come il nonno?

La scelta del nome può fare impazzire anche la coppia più collaudata, ed è per questo motivo che ho qualche consiglio per orientarti nella giungla dei nomi. La prima cosa importante da dire è che nonostante i consigli di parenti, amici e vicini la decisione finale del nome spetta a te e a tuo marito, per questo è importante accogliere ogni suggerimento senza lasciarsi influenzare.

Ipertensione e gravidanza: la gestosi

pressione in gravidanza

Cosa è la gestosi e come si presenta?

La gestosi è una patologia che si manifesta nel terzo trimestre di gravidanza e rappresenta un fattore di pericolo sia per la madre che per il bambino.  I sintomi tipici della malattia sono l’ipertensione, la proteinuria (perdita di proteine con le urine) e l’edema (gonfiore agli arti inferiori).

Quali sono i fattori che possono provocare la gestosi?

La gestosi può presentarsi più frequentemente nelle donne che già soffrono di ipertensione e che in gravidanza subiscono un peggioramento di una condizione preesistente. Nelle donne che invece non hanno mai manifestato sintomi di pressione alta, la gestosi viene provocata da alterazioni della placenta, la quale inizia a liberare sostanze tossiche che determinano l’innalzamento della pressione arteriosa  e il rilascio di proteine nelle urine.

Alimentazione dopo il parto e durante l’allattamento

dieta allantamento

Subito dopo il parto l’organismo concentra tutte le sue forze sull’allattamento, e quindi è normale chiedersi quale tipo di alimentazione deve seguire chi vuole allattare. Gli ospedali spesso ignorano questo aspetto, e quindi le puerpere si vedono arrivare cibi poco adatti alla nuova situazione.

L’alimentazione dopo il parto deve essere di facile digeribilità, di alto valore nutritivo e costituita da alimenti che non facciano passare nel latte sostanze nocive che lo rendano di sapore sgradevole, perchè in questo caso il lattante potrebbe rifiutare il seno e per favorire la digestione, evitate di mangiare dopo le nove di sera.

La madre che allatta ha bisogno di sostituire i liquidi che perde nutrendo il bambino, ma dove stare attenta a non esagerare assumendo troppo latte a sua volta, prima di tutto perché non è vero che “latte fa latte”, come dice un detto popolare, e poi perché il latte bevuto dalla mamma può provocare coliche al neonato.

Gravidanza e dieta vegetariana: ecco cosa c’è da sapere

gravidanza

Come dimostrato da una recente ricerca del National Institutes of Health, del Trinity College di Dublino e dell’Health Research Board dell’Irlanda (e pubblicata all’interno della rivista Paediatrics) i bambini nati da madri vegetariane avrebbero maggiori possibilità, rispetto ai figli di mamme che non seguono un tipo di dieta vegetariana, di nascere con gravi difetti come la spina bifida oppure l’anencefalia (assenza totale o parziale della volta cranica).

Un altro studio pubblicato all’interno dell’American Journal of Clinical Nutrition ha invece appurato che i vegetariani hanno minori possibilità di ammalarsi di cancro. Quindi troveremo sempre pro e contro e se avete scelto un determinato stile di vita non vi stiamo invitando a cambiarlo ma semmai a modificare, almeno in parte, le vostre regole alimentari. Questo perché come ben sappiamo la gravidanza è un periodo particolare e la carenza (o la mancanza) di alcuni cibi potrebbe realmente causare dei seri problemi al nascituro.

Alimentazione in gravidanza: alcuni consigli generali

alimentazione-gravidanza

L’alimentazione in gravidanza è un argomento molto delicato: adesso che state per dare alla luce una nuova vita, dovete stare particolarmente attente alla vostra nutrizione e assumere alimenti sani, freschi, crudi e che non abbiano subito alcuna alterazione: il bambino crescerà meglio se mangerete in modo sano!

Tutti i giorni consumate almeno un vegetale crudo e una portata di verdure in foglie; quattro volte alla settimana mangiate un vegetale color giallo-arancio, e uno o due cibi ricchi di vitamina C. Inoltre, per evitare gonfiori e disturbi digestivi, abituatevi a mangiare lentamente e a non concludere mai il pasto con la frutta, che va mangiata lontano dai pasti; anche le verdure crude vanno consumate sempre prima del pranzo o della cena, come antipasto.

Al mattino, se potete, fate colazione a letto; sdraiatevi subito dopo mangiato e aspettate una mezz’ora prima di alzarvi. Come pre-colazione, a digiuno, assumete mezzo grammo di pappa reale, mettendola sotto la lingua: aiuta a combattere la stanchezza e l’affaticamento. Fatene due cicli di venti giorni all’inizio della gravidanza e subito dopo il parto, in quanto favorisce la secrezione lattea.

Il momento del parto si avvicina: ecco cosa dovete portare in ospedale

preparare la valigia

Se state vivendo la vostra prima gravidanza forse vi starete chiedendo “Di cosa avrò bisogno al momento di andare in ospedale?“. Vediamo quindi insieme quale dovrebbe essere il contenuto della borsa da portare con voi.

Anzitutto: cominciate ad acquistare il necessario con largo anticipo cercando di puntare solo su quello che poi effettivamente vi sarà utile evitando, se possibile, il superfluo. Come? Semplicemente facendo una vera e propria lista della spesa.

L’occorrente per il neonato

La lista relativa all’abbigliamento per il piccolo solitamente viene fornita (come anche quella della mamma) dalle nursery dei vari ospedali. Lista che varia a seconda della stagione della nascita. Questo è quello che dovrete prevedere di acquistare:

– 4/5 body di cotone o di lana con maniche lunghe o corte
– 2/3 golfini di lana oppure di cotone
– 3 pantaloncini
– scarpine di cotone o lana
– cappellino
– copertina per la culla
– pannolini e salviettine vengono solitamente forniti dall’ospedale
– olio, crema e latte detergente

Febbre suina e gravidanza: attenzione al vaccino

vaccinoPochi giorni fa il Ministero della Salute ha stilato una guida con domande e risposte che riguardano l’influenza suina (o H1N1). Come ben sappiamo inoltre esistono alcune categorie di persone che presentano maggiori rischi di complicanze se contraggono l’influenza A (H1N1) e sono:

– i bambini di età inferiore ai 5 anni
– le donne in gravidanza
– le persone di ogni età con patologie croniche quali diabete, asma, immunodepressione, malattie polmonari e cardiovascolari croniche.