Pianto del neonato: ecco alcuni motivi

pianto dei neonati

Per il neonato, il pianto è il mezzo per comunicare il suo stato di infelicità: sta a chi lo circonda riuscire a distinguere i vari toni del pianto: quello dovuto alla scontentezza da quello dovuto al malessere, oppure quello causato da un dolore, sintomo di un disturbo o di una malattia.

Quando verso i sei mesi il bambino ha già iniziato ad interagire con il mondo, i periodi di pianto si riducono notevolmente: si tratterrà più spesso di pianto irritato, ad esempio contro la propria incapacità fisica di seguire la curiosità, che di quello prodotto dalla stanchezza e dalla malinconia, e ancor meno quello dovuto a malesseri e malattie. In generale, i bambini smettono immediatamente di piangere non appena ricevono l’attenzione di cui hanno bisogno, cioè non appena sono presi in braccio o distratti.

In certi periodi, per evitare di doverli tenere troppo a lungo in braccio, può essere utile usare il marsupio: in questo modo il bambino si sente vicino a qualcuno che lo ama, lo sente parlare attraverso la schiena, partecipa alla sua vita osservando tutto, imparando e curiosando nel mondo, e crescendo in armonia con esso.

Il telefono rosso del Policlinico Gemelli

gravidanza serena con telefono rosso

Telefono Rosso è un servizio gratuito del Centro Studi per la Tutela della Salute della Madre e del Concepito dell’Università Cattolica di Roma dell’Università Cattolica di Roma, nato col sostegno della Regione Lazio. Si tratta di una linea telefonica, 06-3050077, dedicata alle neo mamme e a quelle che desiderano diventarlo.

Le consulenze mediche che vengono effettuate da medici specializzati in ostetricia e ginecologia offrono a chi è interessato dei chiarimenti per quello che riguarda la prevenzione dei difetti congeniti del neonato ed una valutazione dei rischi teratogeni (quei fattori che possono causare malformazioni dell’embrione) per esempio derivanti dall’assunzione di farmaci in gravidanza.

L’udito del neonato, esami di valutazione

Udito Neonato

Gli esami che valutano il benessere della funzione uditiva di un neonato variano in base all’età del bambino, e sono diversi e vari, anche per la mancata o completa collaborazione da parte del paziente. L’audiometria comportamentale infantile aiuta a capire tramite metodi specifici la capacità uditiva di un neonato. I test effettuati sono: di facile esecuzione ed abbastanza rapidi, così da non affaticare il piccolo paziente; flessibili e quindi hanno la possibilità di un confronto con vari test; appropriati, cioè adeguati alle capacità motorie e mentali del bambino.

Parto indotto e pilotato, ovvero quando il bimbo tarda a nascere

parto indotto

La gravidanza dura in media 40 settimane e un neonato viene considerato a termine se nasce tra la 38ª e la 42ª settimana di gestazione. In genere, però, alla 41ª settimana più 3 giorni il ginecologo, se il travaglio non si è ancora avviato spontaneamente, o non è efficace per far nascere il bebè, e anche se la futura mamma sta bene, decide di intervenire perché la salute del piccolo non deve essere compromessa dal mal funzionamento della placenta, cioè l’organo che nutre e ossigena il feto durante i nove mesi; invecchiando, infatti potrebbe non garantire più il giusto apporto di ossigeno al bambino.

A volte è il travaglio stesso che non ha inizio, altre volte esso si è avviato in modo spontaneo ma le contrazioni non sono efficaci per far dilatare progressivamente il collo dell’utero e stimolare l’inizio delle contrazioni o per mantenerle efficaci. I farmaci inutilizzati non causano alcun problema né per la mamma né per il bebè, però è importante monitorare il travaglio ad intervalli regolari per verificare la dilatazione del collo dell’utero e la salute del piccolo.

In genere, si induce il parto se la gravidanza supera la 41ª settimana più 3 giorni, se la futura mamma ha un aumento della pressione o se si verifica la rottura delle membrane amniotiche, cioè quelle che costituiscono il succo amniotico, prima della comparsa del travaglio per un periodo superiore a 24-36 ore, in presenza di diabete gestazionale o di gestosi, una malattia caratterizzata da pressione alta, gonfiori e proteine nelle urine.

Il peso in gravidanza: alcuni consigli per te

peso-gravidanzaQuanti chili prenderò in gravidanza? Dovrò mangiare per due? Molti sono gli interrogativi e le paure che ti sei posta riguardo il tuo aumento di peso in gravidanza.

Qual’è il giusto aumento di peso in gravidanza?

Il peso giusto per essere in buona salute durante la gravidanza dipende da numerosi fattori, tra i quali lindice di massa corporea e il peso di partenza prima della gravidanza. Il tuo ginecologo ti peserà ad ogni visita mensile in modo da mantenere sotto controllo il tuo aumento ponderale e capire se stai esagerando oppure no. In linea di massima le indicazioni sull’aumento di peso considerano:

Da 7 a 9 chili: insufficiente
Da 11 a 14 chili: normale
Da 13 a 18 chili: in eccesso

Prevenire gli incidenti domestici

bambino che si è fatto maleTutti i genitori con figli piccoli dovrebbero avere una casa il più sicura possibile e che sia “a prova di bambino”.
Pensate che su 100000 bambini:

• 3 muoiono a causa degli incidenti
• 5 restano invalidi permanenti
• 100 devono essere ricoverati
• 1000 devono consultare il medico
• 2500 sono vittime di incidenti anche lievi

La metà degli incidenti mortali nel periodo dell’infanzia avviene lungo la strada ma gli incidenti domestici anche se, rispetto agli incidenti stradali, provocano meno frequentemente la morte dei bambini sono altrettanto numerosi e possono comportare numerosi disagi. Si può affermare che nel corso del primo anno di vita il bambino è maggiormente soggetto ad incidenti domestici come traumi, avvelenamenti oppure soffocamento. Tra i 5 ed i 9 anni il bambini invece sono soprattutto vittime di incidenti stradali come pedoni.

Televisione, amica o nemica dei bambini?

bambini e televisione

La televisione, croce e delizia di tutti i genitori di bambini piccoli. Si, perchè se da un lato la tentazione di tenere buoni i nostri figli lasciandogli guardare la tv è forte, dall’altro la coscienza che passare troppo tempo davanti al piccolo schermo non giova alla loro salute fisica e psichica si è fatta sempre più strada in molti di noi. D’altra parte però la televisione non è uno strumento da demonizzare in assoluto e se “usata con moderazione e cautela” può anzi essere un valido stimolo per il piccolo rappresentando allo stesso tempo un ausilio per mamma e papà.

Cosa fare allora per evitare che la tv diventi una baby sitter che rende i nostri figli dipendenti, passivi e persino in sovrappeso? Come sempre, stabilire delle regole precise e adottare comportamenti adeguati. Vediamo quali:

Come prima cosa decidete un tempo massimo da destinare alla visione di programmi televisivi adatti ai bambini. Un’ora al giorno ad esempio è più che sufficiente, meglio se a partire da un orario prestabilito magari in coincidenza con l’inizio di un cartone gradito a vostro figlio e adatto alla sua età.

Come scegliere il ciuccio giusto

scelta del ciuccio

Scegliere il ciuccio giusto è fondamentale. Succhiare non è un vizio, è un istinto che hanno tutti i bambini già dal 5 mese di gravidanza, e che costituisce uno svago molto importante.

Esistono ciucci di tutte le misure e per tutte le età in modo da armonizzarsi con lo sviluppo del palato e dei denti; l’estetica ha sicuramente il suo peso nella scelta del ciuccio, ma non bisogna tralasciare di verificare l’effettiva qualità del materiale usato per la realizzazione dell’oggetto. Il materiale di cui è composto il ciuccio deve essere morbido e assottigliarsi sotto il peso delle gengive e la tettarella e adattarsi al palato, in modo da mimare un capezzolo.

Il ciuccio in caucciù, cioè quello di colore ambrato per intenderci, è costituito da una gomma naturale, molto liscia, elastica e resistente, adatta anche alla formazione dei primi dentini, ma che ha il difetto di trattenere gli odori e di rovinarsi in poco tempo; se decidete di adottare il ciuccio di questo materiale, preparatevi a cambiarlo non appena il colore cambierà e la gomma diventerà appiccicosa.

Amniocentesi, tutte le domande

analisi prenataliL’amniocentesi è un test prenatale in cui si preleva una piccola quantità di liquido amniotico. È usata principalmente per controllare i cromosomi del bambino per individuare specifiche sindromi genetiche. L’amniocentesi può così essere un valido sistema per individuare anomalie cromosomiche come la sindrome di Down, la fibrosi cistica, la sordità congenita, la sindrome dell’X-FRAGILE, la Sindrome di Duchenne.

Le indicazioni che possono portare alla scelta di effettuare l’amniocentesi sono:

  • La tua età è superiore a 35 anni.
  • Tu o il tuo partner avete una anomalia cromosomica che può essere trasmessa al bambino.
  • Esiste una malattia genetica nella tua famiglia o in quella del tuo partner e c’è il rischio che siate portatori sani.
  • Hai avuto un bambino affetto da una malattia genetica.
  • Hai effettuato un altro tipo di analisi ed è risultato che esiste un rischio notevole che il bambino abbia una malattia genetica (Bi-test, Tri-test, misurazione della translucenza nucale).

Se la mamma in gravidanza fuma il bimbo può avere sintomi psicotici

gravidanza

Abbiamo già parlato all’interno di questo articolo di quanto alcol e fumo possano risultare estremamente pericolosi durante il periodo della gravidanza. Ad aggravare questo quadro sono arrivati i risultati di uno studio condotto nel Regno Unito e pubblicato all’interno del British Journal of Psichiatry.

A quanto pare un sondaggio su adolescenti di 12 anni avrebbe messo in luce come i figli di mamme fumatrici avrebbero ben il 20% di possibilità in più di andare incontro a allucinazioni e deliri. Se il numero di sigarette fumate era uguale o superiore a 20 il rischio è risultato dell’84% più marcato.

Libri per bambini, impariamo a scegliere quelli giusti per ogni età

libri per bambini

I libri hanno una valenza educativa molto forte. Mentre durante il primo anno di vita del bambino il libro può essere considerato “solo” come un accessorio da esplorare con la vista, il tatto e l’olfatto, con il passare del tempo questo assume un significato diverso per lo sviluppo del piccolo tramutandosi in un eccezionale mezzo per sviluppare fantasia, creatività, spirito di osservazione e per agevolare il successivo apprendimento della lettura.

Ma c’è di più: leggere per i propri figli e con i propri figli rende ancora più solido il legame affettivo che li lega a noi genitori e favorisce uno sviluppo psichico armonico. Per tutti questi motivi è fondamentale insegnare ai nostri bambini l’amore per i libri e la lettura sin dalla più tenera infanzia, ponendo tuttavia una grande attenzione alla scelta di quelli più adeguati al loro grado di sviluppo psico-fisico. Questo sia per evitare che il bimbo si faccia male, sia che entri in contatto con contenuti poco adatti alla sua età. Vediamo quindi in base a quali criteri bisogna scegliere i libri per i bambini fino a 30 mesi di età:

Dormire bene in gravidanza: ecco come fare

dormire bene in gravidanza

Tutte le donne che sono già diventate mamme sanno quanto è difficile dormire bene in gravidanza. I primi mesi, complici i livelli ormonali elevati, è facile riposare, in quanto è normale sentirsi stanche e affaticate; con il passare dei mesi, però, e con l’aumento del pancione riuscire ad addormentarsi sarà più difficile.

La prima cosa da fare per cercare di riposare bene è trovare la posizione adatta. Quella più indicata è sul lato sinistro con le gambe il più possibile distese, in modo da far giungere alla placenta più ossigeno possibile. Un’altra accortezza da adottare è quella di usare un cuscino speciale per gestanti che sostenga il peso del pancione.

Anche l’alimentazione ha la sua importanza nel processo di conciliazione del sonno; prima di andare a letto evitate di mangiare cibi troppo pesanti, basterà uno spuntino leggero e a base di cibi proteici; provate, inoltre, a bere una tazza di latte caldo, in quanto il latte contiene degli aminoacidi che favoriscono il sonno e tiene lontano il bruciore di stomaco; in alternativa, una tazza di camomilla può andare bene lo stesso. Per contrastare la necessità di andare spesso in bagno perché il pancione preme con il suo peso sulla vescica, evitate di bere tè o caffè prima di andare a dormire.

L’alimentazione del bambino

neonato che mangiaPartiamo dal presupposto che ogni bambino ha tempi diversi ed è fondamentale rispettarli. In linea generale l’inizio dello svezzamento può variare dai 4 ai 6 mesi. Ascoltate sempre il parere del pediatra che potrà dirvi dopo avere visitato il bambino qual è il momento migliore per iniziare a somministrare a vostro figlio i primi cibi solidi.

Secondo le direttive del Ministero della Salute:

Lo svezzamento può iniziare dal 6° mese di vita compiuto del bambino, quando è ormai sicuramente pronto da ogni punto di vista: psichico, motorio, digestivo. Potrà allora accettare il cucchiaino e gestire la deglutizione di cibi densi.