Allattamento al seno, ecco alcuni miti da sfatare

allattamento al seno false credenze

Il 96% delle neomamme è perfettamente in grado di allattare al seno il proprio piccolo, inoltre, a meno che la madre non sia affetta da patologie croniche e/o non assuma farmaci incompatibili con la salute del figlio, non esistono controindicazioni all’allattamento materno. Tuttavia sono molte le donne che passano al biberon entro le prime settimane di vita del bambino spesso perchè preda di dubbi e incertezze che non riescono a superare, a volte anche a causa di una cattiva informazione della quale, loro malgrado, si ritrovano vittime.

L’allattamento al seno infatti è spesso accompagnato da una serie di convinzioni e credenze non vere che più che essere di aiuto alla neo o futura mamma la confondono gettandola a volte addirittura nello sconforto. E’ vero ad esempio che chi ha il seno piccolo produce poco latte? No. Niente affatto. Eppure quante donne poco prosperose possono essersi scoraggiate nell’apprendere quella che non è altro che una diceria?

Vediamo quindi di demolire alcune false credenze sull’allattamento materno, a cominciare da quella appena citata:

L’igiene del neonato

igiene del neonato

Dopo la nascita, la parte del cordone ombelicale rimasta attaccata al bambino si stacca e si distacca spontaneamente entro una decina di giorni; finché sarà attaccata, è bene non fare il bagno completo al bambino: basterà lavarlo con una spugna, mantenendo accuratamente pulito il perineo a ogni cambio di pannolino, evitando movimenti dal dietro in avanti che potrebbero determinare l’infezione delle vie urinarie con batteri di provenienza anale; è importante anche tenere pulita la zona circostante il cordone usando un disinfettante e proteggendola con una garza sterile.

Sarebbe meglio piegare il pannolino in modo che il cordone non venga a contatto con l’urina: essa, infatti, può facilitare un’infezione; è importante anche non tirare o tentare di togliere il moncherino prima che cada da solo. Una volta staccatosi, si potrà fare il bagno al bambino: le prime volte è ben aggiungere un po’ di sale marino all’acqua ed evitare sapone e shampoo.

È opportuno preparare tutto il necessario prima del bagno: in una stanza calda in cui non siano correnti d’aria, collocate su un telo di plastica un grande asciugamano di spugna; accanto alla bacinella piena di acqua tiepida disporrete il sapone neutro, la spugna, la garza sterile, i cotton fioc, un bicchierino di plastica, il termometro da bagno e la pomata per gli arrossamenti; poco più in là disponete il pannolone e gli indumenti puliti. Il bambino va immerso nell’acqua lentamente, facendo attenzione a non fargli entrare l’acqua negli occhi.

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In gravidanza troppa liquirizia può nuocere al bambino

panciaLe donne in gravidanza che mangiano eccessive quantità di liquirizia possono influire negativamente sull’intelligenza e sul comportamento dei loro figli. Uno studio davvero “particolare” è stato eseguito su bambini di 8 anni le cui madri hanno fatto largo uso di liquirizia in gravidanza. I risultati di questa ricerca hanno messo in luce che questi bambini una volta sottoposti a test cognitivi  non avevano gli stessi risultati dei loro coetanei ed inoltre che spesso dimostravano mancanza di attenzione e comportamenti iperattivi.

Si pensa che a causare questo fenomeno sia un componente della liquirizia, la glicirizina, che può arrivare a compromettere la placenta, permettendo agli ormoni dello stress di passare dalla madre al bambino. Alti livelli di questi ormoni noti come glucocorticoidi possono rallentare lo sviluppo celebrale e sono probabilmente collegati ai disordini comportamentali in questi bambini. I risultati di questa ricerca, effettuata in Finlandia dall’Università di Helsinki e dall’Università di Edimburgo, sono stati pubblicati dall’American Journal of Epidemiology.

Convulsioni febbrili: cosa fare durante gli attacchi

convulsioni

Le convulsioni febbrili corrispondono ad una particolare reazione del sistema nervoso del bambino dinnanzi all’improvviso innalzamento della temperatura corporea e, nonostante l’allarme che tendono a provocare in mamma e papà data l’intensità delle loro manifestazioni, nella maggior parte dei casi non comportano alcuna conseguenza sullo stato di salute del piccolo, oltre che nessun tipo di effetto sul suo sviluppo mentale.

Il responsabile di questo fenomeno, che registra la sua massima incidenza tra i 14 e i 18 mesi, è l’immaturità del sistema nervoso del bambino che almeno fino ai 5 anni manifesta una particolare sensibilità nei confronti della febbre elevata. Episodi convulsivi tendono quindi ad evidenziarsi con una certa frequenza in corrispondenza di malattie infettive caratterizzate dalla comparsa di temperatura che raggiunge valori molto elevati in breve tempo, quali infezioni acute delle vie respiratorie, otite media e sesta malattia, in particolare nei bambini i cui genitori hanno sofferto dello stesso problema.

La linea Philips Avent

Phlips avent

La linea Avent fa parte della grande gamma di prodotti Philips ed è dedicata all’alimentazione, alla cura e alla sicurezza del bambino. Non mancano anche oggetti utili ed indispensabili pensati per le mamme. Oltre ad essere testati e sicuri i prodotti Avent sono intercambiabili: in questo modo possono adattarsi ai cambiamenti di crescita del bambino.

Nella linea troviamo:

Set prime poppate, che comprende 4 biberon Airflex in due dimensioni, 2 tettarelle, un succhietto e uno scovolino.

– Un’ampia scelta di tiralatte. Utilissimo ad esempio quello da viaggio che permette di estrarre direttamente il latte e di conservarlo nel frigorifero o nel freezer. Inoltre è molto facile da assemblare.

– Tanti biberon che funzionano imitando il ritmo naturale di suzione del bambino. A questo proposito, prendendo spunto proprio da quanto contento all’interno del sito Philips (che oltre alle descrizioni dei prodotti riporta informazioni utilissime per le mamme) vi ricordo che è importante anche scegliere la tettarella giusta. I biberon Philips Avent hanno cinque velocità di flusso create a seconda dell’età del bambino (anche se le indicazioni sono solamnte approssimative visto che, come ricorda anche Philips, i bambini crescono seguendo ritmi diversi).

Ruttino e rigurgito

ruttino

Durante la poppata, che sia al seno o con il biberon, il bambino può ingerire insieme al latte una piccola quantità di aria che finisce per accumularsi nella parte alta dello stomaco. Da qui l’utilità del ruttino che ne permette la fuoriuscita, in genere a fine pasto; non è infrequente però che alcuni neonati lo emettano spontaneamente tra una pausa e l’altra dal biberon o durante il cambiamento di seno.

Se il bambino invece ha bisogno di essere sollecitato per fare il ruttino basterà metterlo in posizione verticale e poggiarlo sulle spalle, quindi massaggiargli la schiena o dargli dei colpetti leggeri con il pamo della mano. In alternativa potete metterlo seduto sulle vostre ginocchia e, reggendolo per le ascelle, inclinarlo leggermente ora da un lato, ora dall’altro.

Sappiate però che non tutti i bambini hanno bisogno di fare il ruttino al termine della poppata, quindi se trascorso un certo tempo (diciamo 5 minuti) questo non arriva non è il caso che inistiate.

A volte però insieme al ruttino arriva il temuto rigurgito (non a caso vi conviene sistemare un fazzoletto di cotone sulla spalla prima di appoggiarvi il bambino). Si tratta della fuoriuscita di una piccola quantità di latte molto frequente nel neonato che in realtà però può avvenire anche a distanza di qualche ora dalla poppata. Di per sè non deve preoccupare, ma vale la pena di adottare qualche accorgimento per prevenirlo:

Allarme Oms: sempre più neonati prematuri

incubatriceOgni anno circa 13 milioni di neonati, il 10 per cento delle nascite a livello mondiale, vengono al mondo prematuri e rappresentano una sfida sempre maggiore da affrontare per i governi e i sistemi sanitari. Lo studio basato sui dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità riporta che almeno un milione di bambini muoiono ogni anno come conseguenza di una nascita pretermine e che questi rappresentano il 28 per cento delle morti neonatali durante il primo mese di vita.  Ma ci sono milioni di neonati che sopravvivono e che dovranno affrontare problemi fisici e mentali permanenti come la cecità, difficoltà di apprendimento e malattie respiratorie.

I vari tipi di latte artificiale

latte artificiale

Per nutrire i bambini di chi non può allattare al seno, esistono numerosi preparati della chimica industriale: i latti artificiali. Nel caso in cui si debba ricorrere a questa soluzione, sarebbe meglio preferire alimenti non manipolati, come il latte vaccino diluito con latte di soia o di mandorle o con un decotto di cereali integrali provenienti da colture biologiche, ma la loro preparazione è piuttosto complicata e il risultato non è sempre garantito.

Esistono vari tipi di latte destinati a sostituire quello materno, vediamo quali sono. Il latte adattato che ha una composizione molto simile a quella del latte materno, e contiene un’alta percentuale di lattosio e lipidi di origine vegetale, ed è ideale per bambini sopra i 2,5 kg; il latte parzialmente adattato, che si differenzia da quello adattato per composizione di zuccheri, e perché riduce più rapidamente il senso di fame.

Il latte di seguito è preparato riducendo la concentrazione delle proteine nel latte vaccino e per questo è molto simile a quello di mucca, ed è usato per i bambini dai 5 mesi in poi. Il latte vegetale è utile per neonati intolleranti ai componenti del latte e per curare particolari problemi di salute; i più usati sono il latte di soia e il latte di mandorle. Esistono anche dei latti particolari studiati per i neonati nati prematuri.

Influenza A: se la gestante si ammala rischi per il bebé

vaccino influenza A

Secondo i risultati di uno studio compiuto da Caleb Finch dell’università di Los Angeles la gestante che dovesse prendere l’influenza A potrebbe danneggiare anche pesantemente la salute del nascituro (anche a lungo termine). Il bambino potrebbe avere un minore quoziente intellettivo ma potrebbe andare incontro anche al rischio di infarto.

Negli Stati Uniti, dalla fine di agosto ad oggi sono state ricoverate in terapia intensiva 100 donne colpite dal virus dell’influenza A. Pensate che di queste 100 donne, 28 sono morte. Ecco perché Anne Schuchat, responsabile del centro malattie respiratorie del Cdc (Center for Desease Control and Prevention) di Atlanta raccomanda alle mamme in gravidanza di vaccinarsi appena possibile per proteggere se stesse ma anche il bebé.

Cosa fare se il bambino non mangia

bambini che non mangiano

Un bambino che si rifiuta di mangiare o che non finisce tutto il proprio pasto è sempre motivo di grande preoccupazione per mamma e papà. Non sempre però dietro allo scarso appetito di un bambino si nasconde un vero problema di salute, tanto più che spesso il pediatra, consultato dagli allarmati genitori, conferma che il piccolo cresce regolarmente in peso e in altezza.

Cosa fare allora se questo è il vostro caso?  Anzitutto non costringete vostro figlio a mangiare se non ne ha voglia, questo comportamento infatti contribuirebbe solo ad instaurare un cattivo rapporto con il cibo. Per lo stesso motivo non usate il cibo per ricattarlo (ad es. dicendogli “se non mangi non andremo a giocare al parco”) o, al contrario, per premiarlo, peggio che mai promettendogli che gli darete cibi dolci come ricompensa per aver mangiato. In quest’ultimo caso il bambino potrebbe giungere alla conclusione che siete disposti a tutto pur di vederlo mangiare e di conseguenza usare il cibo per ottenere quello che desidera.

Il latte materno deve essere preso “espresso”

allattamento/1I livelli dei nutrizionali nel latte materno cambiano ogni 24 ore in risposta ai bisogni del bambino. Questa notizia è destinata a mutare le abitudini di molte neomamme, soprattutto quelle che lavorano ed hanno la necessità di tirare il latte.

Questo nuovo studio pubblicato dalla rivista Nutritional Neuroscience ha posto in evidenza un duplice aspetto dell’allattamento al seno, infatti ha messo in luce come il latte materno aiuti a regolare i ritmi del sonno del neonato e soprattutto come la composizione di questo prezioso alimento cambi notevolmente durante l’arco delle 24 ore.

Nuoto e ginnastica in acqua per le gestanti

nuoto in gravidanza

Fare sport in gravidanza, si sa, è molto utile, perché aiuta a mantenere un buon tono muscolare che sarà utile durante il parto, e perché contribuisce a non prendere troppo peso. In particolare, il nuoto è lo sport ideale per le gestanti, anche perché può essere praticato fino alla fine della gravidanza.

L’acqua alleggerisce la schiena, e quindi sarà un valido aiuto per tutte quelle che soffrono di dolori lombari, ma contribuisce anche ad allentare la tensione dello stomaco che, spesso, a fine gravidanza è schiacciato dall’utero, favorendo così anche la digestione, la respirazione, e la diminuzione della pressione sulla vescica. Ma i benefici non sono finiti qui; l’immersione nell’acqua aiuta a sgonfiare le gambe ed aumenta il lavoro dei reni, aumentando, di conseguenza la diuresi, e quindi la purificazione dell’organismo.

Se vi spaventa l’idea di nuotare con il pancione, potrete sempre iscrivervi ad un corso di acquagym, facile e divertente, e anche meno faticoso della ginnastica a terra, perché l’acqua riduce la forza di gravità; inoltre, molte piscine organizzano corsi specifici per le gestanti.

L’Agenda Gravidanza della Regione Piemonte

agenda gravidanzaInteressante ed utile iniziativa quella messa in atto dalla Regione Piemonte e destinata a tutte le mamme in dolce attesa che potranno ricevere gratuitamente, recandosi presso i 200 consultori della Regione, l’Agenda di Gravidanza.

Realizzata dall’Assessorato alla tutela della salute e sanità, in collaborazione con l’Assessorato al welfare, l’Aress (Agenzia regionale per i servizi sanitari), la Consigliera di parità, il coordinamento dei consultori e con gli operatori sanitari del territorio e degli ospedali si tratta di una vera e propria risorsa utile dovere poter reperire tutte le informazioni relative a: gravidanza, parto, puerperio, gli stili di vita consigliati, le azioni di protezione e prevenzione e i diritti legati alla maternità e alla paternità. Per aiutare anche le donne straniere è stata realizzata anche una guida alla lettura in inglese, francese, tedesco, arabo e rumeno.