La guida della gravidanza: 20esima settimana

20weekspregnantLA VENTESIMA SETTIMANA DI GRAVIDANZA

Come si dice chi ben comincia è a metà dell’opera, sono venti settimane e da oggi puoi iniziare il tuo countdown verso il parto. In questi giorni puoi preparare un piano per la nascita, segnandoti quello che desideri avvenga al momento del parto, pianificare gli acquisti e annotando tutte le cose che devi ricordare. Un piano per la nascita serve a darti sicurezza e ti aiuta a controllare le situazioni di emergenza. Puoi anche iniziare a rilassarti facendo esercizi di respirazione, yoga o leggeri esercizi fisici per alleggerire lo stress.

La flussimetria materno fetale

flussimetria

La flussimetria materno-fetale, detta anche velocimetria Doppler, è una tecnica ecografica che permette di valutare lo stato di salute del feto attraverso l’analisi del flusso del sangue che lo nutre. Si basa sul cosiddetto effetto Doppler, ossia sulla variazione di frequenza che si ottiene quando un fascio di ultrasuoni (emesso in questo caso dalla sonda ecografica) incontra e viene riflesso da un corpo in movimento. In particolare, quando gli ultrasuoni attraversano un vaso sanguigno vengono riflessi dai globuli rossi e poichè questi sono appunto in movimento la frequenza del fascio di ultrasuoni di ritorno sarà diversa dalla frequenza originaria.

Proprio l’analisi di tale variazione di frequenza informa sulla velocità del flusso sanguigno e, indirettamente. sul livello di benessere e ossigenazione fetale. La flussimetria si rende necessaria, ed ha un senso, solo quando la gravidanza si presenta  a rischio, quando cioè si evidenzia un accrescimento del feto ridotto rispetto all’epoca gestazionale. Non si tratta quindi di un controllo di routine. A venir eseguite sono la flussimetria materna delle arterie uterine e la flussimetria fetale dell’arteria ombelicale e dell’arteria cerebrale media. In entrambi i casi si tratta di analisi innocue e indolore.

Abruptio placentae ovvero il distacco di placenta

abruptioplacentaeNormalmente la placenta si distacca dall’utero subito dopo la nascita (secondamento). Nel caso di distacco prematuro della placenta invece questa si separa parzialmente o completamente dall’utero prima che nasca il bambino, ciò può avvenire nel secondo ma soprattutto nel terzo trimestre di gravidanza. Il distacco è pericoloso perché può privare il bambino dell’ossigeno e del nutrimento, e causare forti emorragie pericolose per la tua e la sua salute. Inoltre se la porzione di distacco non è particolarmente grande e dunque non visibile ecograficamente si aumenta il rischio che il tuo piccolo abbia un ritardo di crescita o che nasca prematuro. Per fortuna questa patologia non è così frequente.

I sintomi del distacco di placenta

Principalmente il distacco ti può provocare perdite di sangue che vanno da una modesta quantità a vere e proprie emorragie ed inoltre ti potrebbe far avvertire anche dei forti dolori all’utero e alla schiena. In alcuni casi il sangue si ferma tra l’utero e la placenta e dunque, anche in presenza di distacco, non ci sono perdite ematiche.

Inizio del travaglio: ecco cosa succede

inizio travaglio

Finalmente i nove mesi di attesa sono giunti al termine: che sia finito il tempo, o che si siano rotte le acque o le membrane, è arrivato il momento di prepararsi al travaglio. Una volta arrivate in ospedale, l’ostetrica eseguirà le mansioni burocratiche e compilerà i fogli di accettazione ed effettuerà una visita generica.

Le domande che vi verranno poste sono quelle sullo stato fisico, sulla frequenza delle contrazioni e sulla rottura delle membrane, dopodiché vi verrà ascoltato il battito cardiaco fetale, misurata la temperatura corporea e la pressione, e verrà stabilito il grado di dilatazione. Se l’ostetrica valuterà un travaglio in stato avanzato verrete trasferite nella cosiddetta sala travaglio.

Meningite: quali sono le vaccinazioni consigliate

vaccino meningite

La meningite è un’infiammazione delle meningi, ossia delle membrane che ricoprono e proteggono il cervello, e proprio perché queste membrane hanno una funzione così importante, l’infezione è particolarmente pericolosa.

Questa irritazione può essere causata da un virus, e in questo caso si parla di meningite virale, o da batteri, in caso di meningite batterica. Pur essendo entrambi affezioni piuttosto serie, quella di origine virale è la meno forte e quella più facilmente curabile; la meningite batterica, invece, può causare danni cerebrali e neurologici come la perdita dell’udito e difficoltà nell’apprendimento, fino a provocare, nei casi più gravi anche la morte.

I germi che causano la meningite sono diversi, ma i più frequenti sono tre: l’Haemophilius influentiae, lo pneumococco e il meningococco, e tutti si trasmettono per via aerea, cioè attraverso le goccioline di saliva. L’Haemophilius influentiae è un batterio che in genere colpisce i bambini al di sotto dei due anni e non provoca epidemie; lo pneumococco è un germe capace di provocare, oltre alla meningite anche polmonite, faringiti e otiti; il meningococco è il batterio più temuto, che risiede nelle vie aeree di persone sane, ma che, in alcuni casi, senza ragione, può provocare un’infezione che dà origine alla meningite.

Il mughetto nel neonato, un’infezione comune

mughettodelneonatoHai notato dei strani puntini bianchi sulla bocca di tuo figlio? Potrebbe essere Mughetto. Il Mughetto è un’infezione causata da un fungo che si chiama Candida Albicans (lo stesso che provoca le irritazioni da pannolino e la candida vaginale) che colpisce i neonati, soprattutto nei primi sei mesi di vita e che si contrae, solitamente, al momento della nascita, attraverso il passaggio dal canale del parto. Si manifesta con la comparsa in bocca, sulla lingua, sulle gengive, nell’interno delle guance e, talvolta, sulle labbra, di puntini e chiazze biancastre che, a differenza dei residui di latte, non si esportano facilmente e che, se rimosse, lasciano intravedere una mucosa sottostante infiammata che può, in alcuni casi, anche sanguinare.

La guida della gravidanza: 19esima settimana

19settimane-itaLA DICIANNOVESIMA SETTIMANA DI GRAVIDANZA

Siamo quasi al giro di boa e tu sei alle prese con una fame senza precedenti, ora che le nausee sono passate, mangeresti a qualunque ora del giorno e della notte. Ma fai attenzione a non eccedere con il cibo, sono tutti chili che poi dovrai smaltire dopo la gravidanza. Quando hai fame sgranocchiare carote o finocchi ti sazierà e terrai comunque sotto controllo le calorie.

Durante la gravidanza non trascurare i tuoi denti e vai spesso a fare dei controlli, in questi nove mesi i denti potrebbero indebolirsi molto e le gengive potrebbero sanguinare spesso.

La placenta, cos’è e come funziona

placentaPer molte donne in gravidanza la presenza e la funzione della placenta viene data per scontata, ma in poche sanno davvero cos’è e ne conoscono tutte le caratteristiche. E tu? Sai tutto di questo organo fondamentale per te e per tuo figlio?

La placenta è l’organo deputato agli scambi tra te e tuo figlio
: inizialmente l’embrione è costituito solo da poche cellule e si nutre per diffusione, cioè le sostanze nutritive entrano a contatto diretto con le cellule dell’embrione. Successivamente l’embrione cresce e sviluppa la sua circolazione: a partire dalla quarta settimana di sviluppo embrionario (sesta settimana di gravidanza) inizia a battere il cuoricino, che pompa il sangue verso la placenta.

La placenta ha la forma di un disco, che aderisce alla parete dell’utero: al suo interno entrano da un lato i vasi materni, dall’altro i vasi fetali. Non c’è contatto diretto tra il tuo sangue e quello fetale, ma il passaggio delle sostanze nutritive e dell’ossigeno avviene attraverso una sottile membrana, detta “barriera placentare“. Essa infatti ha il compito di filtrare e “scegliere” le sostanze che passano da te al feto, e dal feto a te: verso il feto arrivano ossigeno, zuccheri, proteine e lipidi, il feto rende a te anidride carbonica e sostanze di scarto. La placenta però non riesce a bloccare tutte le sostanze nocive che le arrivano, ecco perché in gravidanza devi fare attenzione ai farmaci, al fumo e ai virus, batteri e parassiti. Inoltre la placenta funziona anche come produttrice di alcuni ormoni necessari per la gravidanza come ad esempio gli estrogeni e il progesterone.

Mal d’orecchi e mal di gola nel bambino piccolo, che fare?

otite bambini

L’otite, altrimenti detta mal d’orecchi, è un’infiammazione dolorosa della parte interna dell’orecchio dovuta a un accumulo di muco, spesso in conseguenza di un raffreddore. Quando i bambini non sono ancora in grado di esprimersi il mal d’orecchi può indurli al pianto e all’abbattimento senza che loro stessi sappiano da dove proviene la sensazione di fastidio che stanno provando. In questi casi per capire se si tratta davvero di mal d’orecchi, vi basterà premere leggermente con un dito la zona del viso attorno all’orecchio; se il pianto si fa più intenso si tratta senz’altro di quello.

Se il vostro piccolo ha il mal d’orecchi spetta al pediatra stabilire se è il caso di somministrare gocce otologiche o paracetamolo, mentre voi stessi potete ricorrere ai lavaggi nasali con acqua fisiologica, così come vi abbiamo consigliato di fare in caso di tosse e raffreddore.

Inserimento alla scuola materna: come affrontarlo

inserimento scuola materna

L’inserimento alla scuola materna è un periodo delicato per il bambino, soprattutto se non ha frequentato l’asilo nido, perché andrà preparato alla separazione dai genitori, in modo da rendere meno traumatico il momento del distacco. Nel caso in cui non sia andato al nido è bene far stare il bambino con i suoi coetanei il più a lungo possibile, in modo da farlo abituare a stare in mezzo ad altri bambini; questa regola vale soprattutto se il piccolo è figlio unico.

I primi giorni in cui il bambino frequenterà la scuola materna è meglio che almeno un genitore resti con lui in modo da trasmettergli sicurezza, poi, dopo quattro o cinque giorni, quando il piccolo si sentirà più sicuro, potrete anche allontanarvi. Per rendere meno traumatici i momenti il cui il bambino dovrà rimanere da solo all’asilo, cercate di stabilire dei piccoli “rituali” che lo rassicurino, come, ad esempio, tenerlo in braccio fino all’entrata o lasciargli un vostro oggetto che vi dovrà restituire al rientro.

Fategli sentire il vostro affetto, dicendogli che anche a voi dispiace non poter stare tutto il giorno con lui, ma che, dall’altra parte, siete contenti che vada in un luogo dove potrà stare insieme ad altri bambini ed imparare tante cose. Se il piccolo non vuole andare all’asilo, ascoltate le sue ragioni, mostratevi comprensivi, ma fermi, in modo che capisca l’importanza delle vostre ragioni, ed eventualmente, consigliategli come sciogliere le sue preoccupazioni.

La guida della gravidanza: 18esima settimana

18settimane-itaLA DICIOTTESIMA SETTIMANA DI GRAVIDANZA

È un momento ricchissimo di emozioni. La tua pancia cresce, il corpo si modifica ed il tuo orgoglio di futura mamma è sempre più evidente. Nella tua coppia si parla sempre più spesso di questo figlio che sta per nascere, della volontà di diventare famiglia restando coppia.

Le paure non sono altro che il riflesso di insicurezze tipiche della gravidanza. Parlarne in due vi aiuterà a non sentirti sola e sarà utile esprimere paure e domande al tuo ginecologo, magari appuntandole via via in un foglietto per evitare che al momento della visita restino domande non espresse.

I benefici del cioccolato in gravidanza

pregnant and sweets

Forse non tutti sanno che il cioccolato è un ottimo alleato in gravidanza: lasciate perdere la paura delle calorie in eccesso, perché gli specialisti hanno appurato che mangiare cioccolato durante la maternità fa bene e se non ne viene assunto una quantità eccessiva non fa aumentare di peso ed aiuta a risolvere i piccoli disturbi dell’umore.  

Recenti ricerche hanno accertato che un paio di quadratini di cioccolato fondente al giorno aiutano a mantenere basso il livello di colesterolo cattivo, diminuiscono il rischio di anemia, di ipertensione e di gestosi e possono anche moderare il dolore durante gli attacchi di mal di testa.

Epoca gestazionale e data presunta del parto: le regole per la datazione della gravidanza

datazionegravidanzaSei incinta da poco e continuano a parlarti di epoca gestazionale, ridatazione ecografica e data presunta del parto ma tu non ne capisci nulla? Ecco qualche considerazione per farti capire meglio di cosa si tratta.

Partiamo dalle basi, la gravidanza come si sa dura nove mesi, 280 giorni o 40 settimane. Oggi per maggiore precisione il calcolo viene eseguito attraverso l’uso delle settimane. L’inizio di ogni gravidanza viene convenzionalmente fissato con il primo giorno dell’ultima mestruazione anche se in in realtà è vero che una gravidanza inizia biologicamente non alla mestruazione ma al momento della fecondazione dell’ovulo; ma come spesso accade questo momento è molto variabile e imprevedibile da donna a donna e addirittura tra ciclo a ciclo.

L’importanza del nasino pulito nei neonati

nasino dei neonati

La salute del nasino è molto importante per i neonati, perché respirare bene è la prima difesa del bebè contro malesseri e infezioni; il naso non è solo un organo per il passaggio dell’aria ma anche un collegamento importante per tutte le vie respiratorie, quali orecchie, gola e seni paranasali. È evidente, quindi, che se il naso è disturbato dalla presenza di secrezioni ed infezioni non può funzionare bene, soprattutto nei neonati  nei quali i collegamenti tra naso ed altre parti sono ancora più diretti.

Il naso ha anche la funzione di difendere l’organismo dalle aggressioni esterne, grazie alla mucosa, cioè il tessuto di rivestimento interno. Il nasino libero è un’ottima garanzia contro raffreddori e malattie delle vie respiratorie, infatti solo se la mucosa non è ostruita dal muco, può svolgere nel modo migliore il suo ruolo di difesa delle infezioni e delle irritazioni.

Maggiori attenzioni devono essere prestati ai neonati perché fino al primo anno di età il piccolo respira quasi esclusivamente con il naso, e la sua ostruzione comporta lo scorretto apporto di ossigeno ai polmoni; inoltre, fino ai 3 anni di età il bambino non è in grado di soffiarsi il naso da solo, e quindi è più facile che il muco rimanga all’interno.