Malattie esantematiche, quinta e sesta malattia

sesta malattia

Il piccolo ha la febbre ed è ricoperto da macchioline rosse sul corpo? Potreste essere alle prese con la “vostra” prima malattia esantematica. Per stabilirlo con certezza ovviamente dovrete chiamare il pediatra; intanto però, tanto per non farvi trovare impreparate, vi sarà utile avere qualche informazione in più su due delle malattie esantematiche che più comunemente colpiscono i bambini: la Quinta e la Sesta Malattia.

Sesta malattia

La sesta malattia (Roseola infantum o Esantema critico) è una malattia infettiva che colpisce i bambini fra sei mesi e due anni. A causarla è l’Herpes virus umano di tipo 6 che si trasmette per via aerea attraverso sternuti e tosse. La sesta malattia ha un tempo di incubazione  di 9-12 giorni; quindi si manifesta con febbre alta (39-41°), malessere generale, gola arrossata e, a volte, vomito e/o diarrea per 3-4 giorni (Periodo pre-esantematico). E’ al termine del periodo febbrile che fanno la propria comparsa, sul corpo e sul collo, la caratteristiche macchie/papule di colore rosa che raramente si manifestano sul viso e mai su mani e piedi (Periodo esantematico). E’ infettiva nei giorni di febbre alta che precedono l’esantema.

La guida della gravidanza: 34esima settimana

34-settimane-gravidanzaLA TRENTAQUATTRESIMA SETTIMANA DI GRAVIDANZA

Ora il tempo sembra scorrere troppo lentamente e ogni giorno ti sembra duri un’eternità, è normale che tu avverta questo disagio infatti sei impaziente di prendere tuo figlio tra le braccia e soprattutto vuoi toglierti il peso del parto che ormai è un pensiero fisso nella tua mente. Cerca di distrarti preparando le ultime cose che ti mancano da fare, ascolta un pò di musica e rilassati pensando che fra un pò non avrai più molto tempo per te stessa.

Sai che in alcuni ospedali l’analgesia epidurale è gratutita mentre in altri è a pagamento? Informati di questa possibilità nell’ospedale dove hai deciso di andare a partorire. Se è a pagamento di solito costa intorno ai 500 euro ma se hai una assicurazione sanitaria verrai comunque rimborsata.

Le posizioni del feto, cefalico o podalico?

presentazione-fetaleNelle settimane che precedono il parto il tuo ginecologo verificherà la posizione del tuo bambino per poter pianificare la modalità del parto, se ti sarà possibile dare alla luce tuo figlio naturalmente oppure se avrai bisogno di eseguire un cesareo. Solo nel 10 % dei casi il feto non si presenta in posizione cefalica, cioè con la testa rivolta verso il canale del parto e il sederino e le gambe all’insù verso il tuo seno e si presenta invece in posizione podalica, con il sederino e i piedi rivolti verso il collo dell’utero. In questi casi il tuo ginecologo sceglierà di effettuare un taglio cesareo.

Visto che però il tuo piccolo potrebbe girarsi anche all’ultimo momento è bene aspettare le 40 settimane prima di decidere se effettuare un cesareo infatti nell’ecografia che si esegue attorno alla trentaduesima settimana, circa il 16% dei feti risulta podalico ma generalmente prima del parto molti di loro si gira spontaneamente mettendosi a testa in giù. Solo il 4% dei bambini arriva a termine non cambiando posizione.

La cistite in gravidanza

cistite in gravidanza

Le infezioni alle vie urinarie sono piuttosto diffuse tra le donne, una tra le più comuni è la cistite, che può essere contratta anche durante la gravidanza a causa del cambiamento del corpo della futura mamma; durante la gestazione, infatti, la vescica si allarga per contenere il peso del bambino, e questo ingrossamento può far aumentare il rischio di una proliferazione di batteri che possono entrare più agevolmente nella vescica.

I sintomi più frequenti della cistite in gravidanza sono dolori nella zona pubica e minzione frequente, che può avvenire anche con difficoltà e contenere tracce di sangue nelle urine; la minzione può essere anche accompagnata da una sgradevole sensazione di bruciore.

I bambini prematuri

bambino prematuro

Esiste un sito web chiamato prematuri.it, creato da Moige (Movimento Italiano Genitori) che fornisce utilissime e preziose informazioni a quanti (mamme, papà, parenti e amici) si troveranno (o si trovano) nella situazione di dover convivere con un bambino che è uscito un po’ troppo presto dal grembo materno. I parti prematuri rappresentano circa il 15% di tutti i parti.

I bambini prematuri sono più piccoli di quelli nati a termine; hanno una pelle più sottile e un colorito più rosso-violaceo. La testa, rispetto al corpo e agli arti sottile appare più grande. Solitamente nei bambini prematuri è presente ittero che può protarsi per lungo tempo.

I bambini prematuri non sono in grado di regolare la propria temperatura corporea e l’incubatrice per i primi giorni di vita avrà il compito di riprodurre il più fedelmente possibile l’ambiente del ventre materno.

La guida della gravidanza: 33esima settimana

33-settimana-gravidanzaLA TRENTATREESIMA SETTIMANA DI GRAVIDANZA

In queste settimane hai l’incubo di capire quando sarà giunto il momento di andare a partorire, è il tuo primo fglio e tu non sai se riuscirai a capire i sintomi che preannunciano il travaglio. Di solito nei giorni prima del parto le donne hanno la classica sindrome del nido, ti sentirai forte come un toro e inizierai a pulire e a mettere a posto la casa, come se non avessi tutti quei chili in più a darti impaccio.

Per quanto riguarda i sintomi fisici, comincerai a sentire più male alla schiena e le contrazioni si faranno più frequenti durante la giornata, cosa che porterà ad ammorbidire ed accorciare il collo dell’utero e a far sì che tu perda il tappo mucoso, te ne accorgerai quando vedrai delle perdite di muco miste a sangue prima secco poi più rosso, da questo momento potrebbe passare anche una settimana prima del lieto evento.

Aiuto! Il bambino ha i pidocchi!

pediculosi

Se il vostro bambino ha i pidocchi non fatevi prendere dal panico. Anzitutto sappiate che questo spiacevole inconveniente non è assolutamente dovuto a carenze igieniche; prendere i pidocchi inoltre non è poi così difficile e questi piccoli, insidiosi insetti non rappresentano dei nemici pericolosi e neppure così difficili da sconfiggere.

L’infezione si manifesta di solito con un intenso prurito a livello del capo causato da un liquido depositato dai pidocchi sul cuoio capelluto nel momento in cui questo viene punto. Quindi, scrutando attentamente tra i capelli, è possibile scorgere degli insetti piuttosto piccoli, i pidocchi appunto, di colore grigio-biancastro insieme alle uova attraverso le quali si riproducono: le lendini. Queste ultime si attaccano al capello e si concentrano soprattutto sulla nuca e dietro le orecchie; si presentanto di forma allungata e di colore bianco o marrone.

Il primo libro a sei mesi, consigli per leggere al tuo bambino

leggere-ai-bambiniQuante volte ti sei chiesta quando sarebbe arrivato il momento di leggere un libro al tuo piccolo? E se ti dicessi che puoi iniziare dai sei mesi, cosa ne penseresti. Esiste un progetto chiamato Nati per leggere che promuove la lettura ad alta voce da parte dei genitori sin da quando i bambini sono molto piccoli, una iniziativa nata con la collaborazione di pediatri, biblotecari e psicologi.

Secondo Giancarlo Biasini, direttore della rivista Quaderni dell’Associazione cul­turale pediatri

Leggere aiuta a crescere e non è mai troppo pre­sto per iniziare ad amare i libri. A sei mesi un bambino è già in grado di interessarsi a un testo a patto che riporti molta ‘facci­ne’ perché il piccolo è da subi­to interessato ai volti, a comin­ciare da quello della mamma. A un anno arrivano le prime fila­strocche accompagnate da tan­te figure. Ma, attenzione: van­no lette stando insieme, non va­le mettere il piccolo davanti a un cd o a un dvd. Quello che at­trae il bambino, e gli fa amare le figure, la rima, il libro, sono i genitori, è la possibilità di stare vicino a loro, di ricevere atten­zione. I bambini impareranno a voler bene ai libri perché vo­gliono bene a voi

Alimentazione del bambino: quando dargli la prima pastina

prima pastina al bambino

Grazie ai carboidrati che contiene, la pasta deve essere la base della pappa del bambino, perché è  in grado di rappresentare la fonte primaria di energia dell’organismo; essa contiene anche una discreta quantità di proteine che però non possiedono tutti gli aminoacidi di cui il bambino ha bisogno e che quindi devono essere introdotti con altri alimenti, magari abbinando la pasta ai legumi.

All’inizio è opportuno offrire al bambino la pasta per l’infanzia, in quanto è prodotta con farina diastasata, cioè con l’amido scomposto in particelle più semplici per favorire la digestione al piccolo, pur mantenendo intatto il suo valore nutritivo; essa, inoltre, contiene anche sali minerali e vitamine del gruppo B.

Pur consigliandosi con il pediatra, si può iniziare a dare la pasta al bambino già dai 4 mesi, nella versione senza glutine fino ai 6 o 12 mesi. A 4 mesi si può offrire con quella dal formato piccolo, in modo da essere più digeribile, come il tipo “tempestina” o le “perline”, e da cuocere nel brodo vegetale per farla diventare più saporita. Intorno ai 10 mesi , quando saranno già comparsi i primi dentini, si può dare al bambino la pasta di grano tenero nel formato più grande come i semini, le stelline e gli anellini, magari con l’aggiunta di legumi decorticati. Dopo i 12 mesi può essere proposta la pasta di grano duro, come le pennette, tagliandola in piccoli pezzi.

Aptamil Milupa per i bambini allergici al latte vaccino

Aptamil MilupaCi sono bambini che nei primissimi mesi di vita possono sviluppare allergie alle proteine del latte vaccino; si tratta di una delle allergie più diffuse nei bambini. Se questi vengono allattati artificialmente in genere si manifesta a partire dal 2° mese di età: se invece vengono allattati al seno, questa allergia può comparire quando si passa al latte artificiale o nel momento dello svezzamento. Si può manifestare con eczemi, diarrea o vomito.

I bambini allergici al latte vaccino possono sviluppare con maggiori probabilità anche altre allergie come quella alle uova o alla soia.

La guida delle gravidanza: 32esima settimana

32-settimane-gravidanzaLA TRENTADUESIMA SETTIMANA DI GRAVIDANZA

Mancano otto settimane al parto e ora dovrai pensare se hai dimenticato di comprare qualche cosa, consultati con qualche tua amica che già ha partorito lei ti potrà aiutare a completare la lista di cose da fare. Sai che nel momento del parto potresti sentire freddo ai piedi, il consiglio è quello di mettere nella valigia dell’ospedale un paio di calzini pesanti da mettere durante il travaglio. Porta anche un mollettone per raccogliere i capelli, sicuramente durante il parto i capello sciolti potrebbero infastidirti.

Se hai ordinato la carrozzina richiama il negozio e sollecita che la facciano arrivare qualche giorno prima della data prevista per la nascita, in modo che tu possa provare come funziona, come si smonta e si rimonta e che tu la possa preparare con i lenzuolini e le copertine che hai preso per il tuo bambino.

La fase dilatativa del parto

sala-travaglioTi ho già parlato qualche giorno fa della fase espulsiva del parto, oggi ti parlerò della fase dilatativa che rappresenta il momento vero e proprio del travaglio. Come sai durante la gestazione il collo dell’utero deve essere chiuso ermeticamente, anche se purtroppo ci sono dei casi in cui invece questa parte risulta incontinente e si deve applicare un cerchiaggio. A partire dalla trentottesima settimana di gravidanza inizierai ad avvertire le contrazioni che prepareranno la cervice uterina al giorno del parto, questa sotto l’azione delle contrazioni diventerà più morbida ed inizierà ad accorciarsi.

Quando inizierà il travaglio vero e proprio, cioè quando le contrazioni avranno una cadenza ritmica e torneranno circa ogni tre minuti con una durata di almeno un minuto, il collo dell’utero si appianerà totalmente divenendo un tutt’uno con la parete uterina e poi comincerà a dilatarsi. Questa fase può durare anche diverse ore e tu dovrai cercare di riposare tra una contrazione e l’altra, dovrai bere e ricaricare le tue energie mangiando qualcosa di dolce. Gli alimenti più adatti sono quelli che si digeriscono facilemente e che sono energetici, come un cucchiaino di marmellata o di miele, una zolletta di zucchero, una caramella o una fetta biscottata.

Parti gemellari e alimentazione: ecco i risultati di una ricerca americana

83779719

Secondo uno studio condotto da un’equipe di medici americani le donne che seguono una dieta vegetariana difficilmente partoriranno dei gemelli; al contrario, in coloro che seguono un’alimentazione che include ance latte e prodotti animali, questa possibilità è maggiore.

La ricerca, svolta presso Long Island Jewish Medical Center di New York, ha esaminato il legame che ci sarebbe tra l’alimentazione e l’eventualità di avere un parto gemellare; ma perché è stato effettuato questo studio? Secondo gli scienziati che anno partecipato al progetto tutto sarebbe partito dall’aumento del 75% di parti gemellari in America tra il 1980 e il 2003; gli studiosi insomma, hanno deciso di indagare sui motivi di questa vertiginosa crescita di parti doppi.

I prodotti Plasmon

PlasmonCome ben sappiamo ad ogni età dei bambini corrisposnde una pappa (pappa che deve comunque sia apportare i giusti nutrienti) specifica; a questo proposito voglio parlarvi di Plasmon che offre una gamma di prodotti studiata appositamente per rispondere alle diverse esigenze alimentari che i piccoli possono avere. I prodotti Plasmon sono suddivisi in 4 principali categorie che appartengono ad altrettante fasce di età:

– Prodotti che si possono introdurre a partire dal 4° mese di età
– Prodotti che si possono introdurre a partire dal 6° mese di età
– Prodotti che si possono introdurre a partire dal 12° mese di età
Altri prodotti