Quando far mangiare il bambino da solo

quando far mangiare da solo il bambino

Molte mamme si chiedono se esista o meno un’età ideale nella quale il bambino debba iniziare a mangiare da solo; in realtà, come per le altre attività che il piccolo dovrà imparare a compiere, tutto dipende dai suoi tempi e dai segnali che manda ai genitori, come ad esempio il suo comportamento nei confronti del cibo e degli altri oggetti ad esso collegati, come posate e piatti. Se notate che il bambino è molto incuriosito da quello che lo circonda e che vuole afferrare tutto, potete iniziare a farlo provare a mangiare da solo.

Fin dallo svezzamento permettete al bambino di esplorare il cibo, non solo offrendogliene molte varietà, ma anche facendoglielo portare alla bocca da solo con le manine: è importante, infatti che conosca il cibo tramite il tatto, il gusto e l’olfatto, e che si abitui ad assaggiare di tutto. Per fargli prendere confidenza con le posate, dai sei mesi in poi potete dargli un cucchiaino, e dall’anno in poi una forchettina di quelle adatte ai bambini.

Quando il bambino avrà compiuto un anno, potrete lasciarlo mangiare da solo almeno per la prima metà del pasto e poi aiutarlo successivamente, lodandolo quando riesce portare un boccone in bocca da solo e in modo corretto.

Gran Bretagna: fecondazione gratis a chi non beve e non fuma

fecondazione assistita

La Bridge Clinic di Londra, una clinica di fecondazione assistita ha proposto un ciclo di fecondazione gratuito a chi si impegna a non fumare e a non bere prima e durante il trattamento; insomma un vero e proprio contratto per una vita sana non solo per la mamma ma anche per il nascituro.

I pazienti che vorranno sottoporsi a un ciclo di Ivf potranno decidere di sottostare a questo contratto mirato ad aumentare le chance di successo dell’intervento: in cambio, i pazienti avranno diritto a un ciclo gratuito di fecondazione se il primo dovesse fallire

Breve guida all’uso del tiralatte

uso del tiralatte

In alcune situazioni può essere necessario estrarre il latte dal seno per poi darlo al bambino con il biberon; è il caso in cui la mamma che allatta al seno debba assentarsi per lavoro oppure sia disturbata da un fastidioso ingorgo mammario. Per tirare il latte dal seno si può procedere alla spremitura manuale della mammella, ma molte mamme preferiscono oggi ricorrere al più pratico tiralatte, uno strumento di facile utilizzo comunemente in vendita presso sanitarie e farmacie.

Di seguito vedremo come si usa il tiralatte e qual è il modo migliore per conservare il latte materno:

Per prima cosa laviamo bene le mani con abbondanti acqua e sapone e prepariamo per contenitori ben sterilizzati per la raccolta del latte.

Per favorire il flusso di latte manteniamo il seno caldo; a questo scopo può essere utile praticare degli impacchi o fare una doccia calda.

Svezzamento: quando introdurre il latte vaccino

latte e svezzamento

“Il latte di mucca non va offerto al bambino prima di un anno”; questo è quanto emerge dall’ultimo congresso nazionale dei pediatri, dove è stato evidenziato come l’introduzione precoce di questo alimento sia dannoso alla crescita dei bambini.

Ma perché il latte vaccino non va offerto ai bambini in fase di svezzamento? Le motivazioni sono di carattere nutritivo: il latte di mucca contiene poche vitamine, poco ferro, molti grassi e proteine e troppo colesterolo per un bambino piccolo. Proprio per la sua ricca composizione, infatti, questo tipo di latte può esporre l’organismo del bimbo ad alcuni rischi che potrebbero compromettere la sua crescita, come aumentare la massa grassa o caricare di lavoro eccessivo i reni non ancora pronti.

Il periodo dello svezzamento, che inizia intorno ai sei mesi, è molto importante, perché garantisce al bambino i nutrienti necessari per la crescita, per lo sviluppo della massa corporea e per le funzioni del’organismo; un’alimentazione sbagliata fin da piccolo potrebbe influire sulla predisposizione allo sviluppo di alcune malattie, come diabete e obesità, in età adulta.

Il ciuccio: un amico per te e per tuo figlio

ciuccio-neonato-come-abituarloGià ti abbiamo parlato diverse volte del ciuccio, ti abbiamo descritto le varie tipologie e ti abbiamo spiegato come cercare di toglierlo, oggi invece voglio parlarti del perché dare il ciuccio a tuo figlio e il modo per cercare di convincerlo a prenderlo. In molti ti diranno che il ciuccio è solo un brutto vizio e che è meglio evitare di proporlo, io invece da mamma ti dico che il ciuccio è un importante alleato per te e un amico per il tuo neonato.

I miei bambini hanno preso il ciuccio veramente presto, sono usciti dall’ospedale che già lo succhiavano e lo hanno lasciato intorno ai due anni e mezzo. Il succhiotto prima di tutti è una forma di consolazione per il neonato, uno strumento per tranquillizzarlo quando da piccolissimo soffrirà di colichette ma anche un’arma per cercare di regolarizzare le poppate durante i primi tempi dell’allattamento. Infatti quando durante i primi mesi il tuo piccolo chiederà continuamente il seno, il ciuccio ti servirà per calmarlo e per prendere tempo fino alla poppata successiva.

Regali Natale 2009: il seggiolone Tripp Trapp e quelli M’home di inglesina

foto tripp trapp

Oggi per i consigli relativi agli acquisti di Natale voglio parlarvi di due seggioloni: Tripp Trapp di Stokke e quelli della collezione M’Home di Inglesina.

Tripp Trapp di Stokke è uno seggiolone che diventa una vera e propria sedia in grado di accompagnare vostro figlio fino all’adolescenza. E’disponibile in 12 colori con molti accessori; Tripp Trapp si adegua all’altezza del bambino e permette al piccolo di stare seduto e di interagire con voi e con il resto della famiglia. Consente una seduta ergonomica e

la piena libertà di movimento di gambe e piedi per la regolazione e lo spostamento del peso corporeo

Vaccinazioni dei bambini: l’anti pneumococco

vaccino pneumococcol

Lo pneumococco è un batterio che può determinare malattie come polmonite, otite, sinusite, fino ad arrivare, nei casi più gravi alla meningite; per questo è estremamente consigliato dai medici di vaccinare i bambini contro lo pneumococco, soprattutto quando iniziano ad andare al nido o alla materna.

Questo batterio si trasmette per via aerea e l’infezione può colpire persone di ogni età, anche se i bambini al di sotto dei due anni sono i soggetti più a rischio. Come dicevamo, le manifestazioni più importanti dell’infezione causata dallo pneumococco sono la sinusite, la polmonite e l’otite; per evitare queste malattie, l’unica soluzione è vaccinare il bambino, ed è raccomandato farlo sia che il bambino frequenti o meno l’asilo, perché il germe non colpisce esclusivamente nei luoghi affollati.

Il passaggio dal seno al biberon

passaggio latte biberon

Anche se vorrebbe allattare al seno per il maggior tempo possibile, può accadere che a un certo punto la mamma si accorga di non produrre latte a sufficienza per soddisfare le esigenze del proprio piccolo; in questo caso le richieste di essere nutrito si fanno più frequenti e la crescita ponderale rallenta. Per ovviare al problema il pediatra consiglia in genere di fare un’aggiunta di latte artificiale integrando il seno con il biberon che viene offerto al termine della poppata al seno (se il bambino è proprio affamato non avrà molte difficoltà ad adattarsi alla nuova situazione) oppure alternando i due tipi di allattamento nel corso della giornata.

Vi sono però dei casi in cui, anche se l’allattamento materno procede senza intoppi, la neomamma è costretta ad interromperlo o a variarne il ritmo perchè, ad esempio, deve tornare a lavoro; in tal caso una soluzione può essere rappresentata dall’uso del tiralatte che permette di raccogliere e mettere da parte il latte materno perchè venga somministrato con il biberon mentre la mamma non c’è.

In vacanza con i bambini, dove andare

viaggiare-bambiniChi vi scrive è la mamma di due bambini che ha sempre avuto la passione per i viaggi, la scoperta di nuove culture mi ha sempre affascinato, il visitare capitali del mondo alla ricerca di angoli particolari e suggestivi. Poi sono arrivate le mie piccole pesti e tutto è cambiato, o almeno credevo lo fosse, mi domandavo dove poter andare in vacanza con loro, per me, una mamma fissata con pappe e pappine, era perenne il pensiero che non avrei mai trovato un posto adatto per la famiglia, che non fosse un residence dove avrei dovuto fare la stessa vita che faccio in città, cucinare, pulire e via di seguito.

Ma da brava internauta un bel giorno mi sono messa alla ricerca di qualche alternativa e lì si è aperto un mondo: noi famiglie non siamo sole, c’è anche chi pensa a noi, basta non allontanarsi troppo andando alla ricerca di mete esotiche.

I bambini e i loro perchè

famiglia

Voi mamme sarete sicuramente abituate alle tante domande che i bambini mano a mano che crescono vi rivolgono. La vera novità è rappresentata dal fatto che i più piccoli non si accontentano di una risposta banale; esigono delle risposte sensate con tanto di spiegazioni.

Almeno questo è quello che è emerso da uno studio eseguito presso la University of Michigan e condotto da alcuni psicologi diretti da Henry Wellman ed i cui risultati sono stati pubblicati all’interno della rivista Child Development.

celiachia

La celiachia nel bambino

celiachia nel bambino

Un bambino su cento/centocinquanta nasce predisposto geneticamente a non tollerare il glutine, una sostanza proteica contenuta in cereali quali frumento, avena, kamut, farro, spelta, triticale, orzo e segale; questa intolleranza, cui si da il nome di celiachia, perdura in genere per tutta la vita ed incide sulla funzionalità della mucosa intestinale che non riesce ad assorbire le sostanze nutritive che riceve. Si stima che in Italia siano circa 400mila le persone che ne sono affette anche se i casi diagnosticati ammontano ad 85mila.

La celiachia si manifesta di solito con perdita di peso, vomito, diarrea, inappetenza e gonfiore dell’addome; tutti sintomi che insorgono dopo l’introduzione del glutine nella dieta del bambino. Esistono però anche delle forme atipiche di celiachia che possono rimanere celate anche per molto tempo; in questi casi la malattia può manifestarsi, di solito intorno al secondo/terzo anno di vita con frequenti dolori addominali, stipsi, bassa statura, anemia, insonnia, irrequietezza e ritardo puberale.

Ricetta dei biscotti per decorare l’albero di Natale

biscotti da appendere all'albero

Fra poco più di due settimane sarà l’8 dicembre, giorno tradizionalmente dedicato all’addobbo dell’albero di Natale; e, quindi è arrivato il momento di pensare a come abbellire l’abete e far contenti i vostri bambini. Una simpatica alternativa alle classiche palline colorate soni i biscotti da appendere: con questo sistema di certo non deluderete i piccoli che di sicuro impazziranno per un albero “goloso”. Preparare i biscotti da appendere all’albero di Natale non è difficile: bastano alcuni semplici ingredienti e un po’ di fantasia nella decorazione e magari per questa fase potrete farvi aiutare dai bambini!

Ingredienti:
400 g. di farina 00, 220 g. di zucchero, 100 g. di farina di riso, 300 g. di burro, due tuorli d’uovo, un cucchiaino di cannella, una bustina di vanillina, un pizzico di sale, 100 g. di zucchero a velo e zuccheri colorati per le decorazioni.

Preparazione della pasta frolla
Mettete il sale e lo zucchero in una ciotola, aggiungete il burro ammorbidito e montate con la frusta fino a raggiungere un morbido composto; unite un cucchiaio di farina 00 e un tuorlo d’uovo e amalgamate. Aggiungete l’altro tuorlo con un altro cucchiaio di farina e continuate a mescolare. A questo punto unite la farina 00 rimasta, la vanillina, la farina di riso, la cannella e mescolate il tutto. Avvolgete la ciotola con l’impasto nella pellicola trasparente e lasciate in frigo a riposare per un’ora.

I valori delle Beta-HCG in gravidanza

beta-hcg-gravidanzaFinalmente sei andata in farmacia e hai comprato il test di gravidanza, tra l’emozione e la paura di un fallimento lo hai fatto ed è risultato positivo. Ora per avere una maggiore certezza e per capire meglio in quale settimana ti trovi vuoi andare a fare un prelievo del sangue per il dosaggio delle Beta HCG.

Cosa sono le Beta HCG?

La Gonadotropina Corionica Umana meglio conosciuta come Beta HCG è l’ormone fondamentale nelle prime fasi della gravidanza e per tutto il primo trimestre di gestazione, questo ormone viene prodotto dal trofoblasto un tessuto destinato a trasformarsi nella placenta.

Come abbiamo raccontato nella Guida della gravidanza, dopo una settimana circa dal concepimento l’ovulo fecondato si annida nell’utero e solo in quel momento inizia la produzione di Beta HCG, ovviamente parlo di un ciclo regolare in cui l’ovulazione è avvenuta nel 14 giorno dall’inizio delle mestruazioni.

La lista dei desideri di Natale di una futura mamma

regalo di Natale

Natale è vicino e se vi state chiedendo cosa vorrebbe ricevere una futura mamma veniamo in vostro aiuto con una vera e propria lista dei desideri.

Massaggi

Esistono dei saloni e centri estetici specializzati in grado di offrire dei massaggi prenatale. Vengono utilizzati oli essenziali e molte mamme considerano questo trattamento un vero e proprio must da non perdere per potersi rilassare. Non dimentichiamoci che hanno un’azione benefica anche nei confronti del futuro nascituro.

Un libro o un film di buona qualità

Ricordatevi che subito dopo l’arrivo del piccolo avrete poco tempo per leggere o per guardare un film. Ecco perché sarebbe bene approfittarne prima. Il regalo perfetto che potrebbe farvi la vostra migliore amica; passerete così del tempo insieme.